La startup milanese specializzata nel delivery B2B si appresta a puntellare la piattaforma per espandersi in Italia e nei mercati europei
Con l’attenzione generale focalizzata sui grandi gruppi del delivery che lottano per conquistare la fiducia dei clienti, c’è chi ha sposato il delivery concentrandosi su un altro elemento cruciale della filiera, cioè sui ristoratori. Così Deliveristo si è fatto largo nel mercato italiano, facilitando la vita di chi ha un bar, ristorante e catering: costretti da sempre a ordinare i prodotti su tanti listini diversi, con prezzi in costante cambiamento all’interno di un sistema che obbligava a spendere tempo e coordinare gli acquisti tra molteplici fornitori, la startup milanese ha offerto loro un’inversione di tendenza con la piattaforma B2B e acquisti online che semplificano e velocizzano l’approvvigionamento, grazie al contatto diretto con i produttori e distributori.
I prossimi obiettivi
Una soluzione che ha convinto gli stessi ristoratori e molti addetti ai lavori, tanto che Deliveristo ha chiuso un round di Serie A da 4,5 milioni di euro con il fondo italiano United Ventures SGR SpA. L’investimento in equity completa l’operazione avviata lo scorso luglio, quando la startup ha ricevuto 1,5 milioni di euro da vari business angels, come Gellify Digital Investments, IAG, il fondo Seven della famiglia Moratti, Doorway e un pool di privati. Nata a Milano nel 2017 grazie al fiuto dei tre fondatori (Ivan Aimo, Gabriele Angeleri e Luca Calia), Deliveristo si concentra ora sul rafforzamento tecnologico della piattaforma basata su una infrastruttura cloud e sull’ampliamento della struttura organizzativa, al fine di favorire l’espansione a livello geografico per crescere in Italia e sbarcare presto all’estero.
Punti forti: flessibilità e ampiezza del catalogo
Il punto di forza della startup è la filosofia drop-shopping, che eliminando il magazzino permette una gestione logistica flessibile e vantaggiosa sul lato economico, garantendo ai ristoratori di trovare tutti i tipi di prodotto con una ampiezza del catalogo potenzialmente infinita (al momento sono circa 15mila i prodotti registrati, collegati a più di 300 fornitori) e un punto unico di fatturazione. La varietà di alimenti permette di soddisfare le necessità di ristoranti tradizionali e realtà più moderne, senza tralasciare negozi e dark kitchens (le cucine chiuse al pubblico dove si preparano i piatti da consegnare a domicilio) che sono le più sensibili al processo di digitalizzazione del business gastronomico. Una diversificazione dell’attività in un mercato globale in rapida espansione, il cui valore entro il 2023 è stimato in 154,3 miliardi di dollari, che spinge il comparto foodtech verso la vetta della piramide degli investimenti ricercati dai venture capital.
L’opportunità in un segmento ancora da digitalizzare
Un esempio in tal senso è proprio la mossa di United Ventures, che conta investimenti in più di 20 società tecnologiche (come MusiXmatch, MoneyFarm e Credimi). “Mentre il mercato del food delivery B2C è presidiato da grandi player con un posizionamento ben consolidato, il segmento B2B è ancora completamente da digitalizzare – spiega Paolo Gesess, Managing Partner di United Ventures – Grazie a un team ambizioso e tecnicamente esperto, e a un modello di business snello ed estremamente scalabile, crediamo che Deliveristo abbia grandi potenzialità per emergere nel panorama competitivo e diventare la piattaforma di riferimento per i produttori e ristoratori che intendono digitalizzare le loro attività”. E la dimostrazione migliore è arrivata dalla creatività e capacità di resistere alle avversità del settore durante il lungo periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria che continua a colpire duramente l’intera filiera alimentare.
Consapevoli del momento di transizione e dell’opportunità da cogliere, il team di Deliveristo ha idee chiare su presente e futuro: “Il mondo della ristorazione sta vivendo un momento di grande cambiamento e vogliamo dare il nostro contributo per aiutarlo ad innovarsi, fornendo a ristoratori e fornitori la tecnologia di cui hanno bisogno per semplificarsi la vita, risparmiando tempo ed energie”, dichiara l’amministratore delegato Ivan Aimo, che sottolinea come il nostro Paese non può permettersi di restare indietro in un terreno principe per la creazione e diffusione a livello mondiale del made in Italy.