Il ministro del MISE ha parlato in parlamento di startup, Venture Capital e Industria 4.0 annunciando grandi investimenti
Il ministro Luigi Di Maio parla per la prima volta delle intenzioni del governo rispetto a innovazione, PMI e Venture Capital. Lo fa nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni riunite Attività produttive, Lavoro e Affari sociali della Camera. “Impresa 4.0, secondo l’ultimo rapporto Istat, sta funzionando. Vogliamo continuare ad agevolare le misure che hanno avuto un grande riscontro presso il mondo produttivo e confermeremo alcuni strumenti, cercando soprattutto di migliorarne l’accesso perché dal mondo dell’impresa ci viene segnalato che ci sono ancora problemi legati alle procedure burocratiche”, ha detto.
Riportiamo qui il discorso di Luigi Di Maio. Il vicepremier mostra di condividere la posizione secondo cui è necessario investire in innovazione e tecnologia per far crescere il Paese. Nelle intenzioni del ministro, che misureremo come sempre alla prova dei fatti, nei prossimi mesi vedremo investimenti in 5G, Blockchain, Fintech, Intelligenza Artificiale. Non solo, ci sarà una spinta per accelerare gli investimenti e portarli a un livello competitivo con l’Europa.
Investimenti in nuove tecnologie
“Dobbiamo investire grandi capitali nelle nuove tecnologie ora investiamo briciole circa 130 milioni di euro rispetto ai 2,5 miliardi della Germania e ai 2,7 della Francia”. Il Governo agirà sugli strumenti per attrarre nuovi investimenti: ragionando sulla programmazione del risparmio gestito, sull’ampliamento dei PIR, sulle misure per agevolare la nascita e la crescita delle imprese innovative e sull’evouzione del piano Impresa 4.0.
Un vero Stato Innovatore si focalizzerà poi sull’indirizzo strategico, investendo nelle tecnologie per il futuro tra cui: 5G, Blockchain, Fintech, Intelligenza Artificiale.
“Vogliamo anche far nascere nuove imprese non solo sburocratizzando, ma anche introducendo una serie di misure economiche. Daremo il via a una Banca per gli Investimenti, che dovrà usufruire di una diretta garanzia dello Stato. Vogliamo inoltre rafforzare alcuni strumenti esistenti che secondo noi stanno funzionando, ma che richiedono dei miglioramenti, come il Fondo di Garanzia per le PMI, introducendo nuove misure in favore della micro imprenditorialità”.
Venture Capital e private equity
“Sulle nuove imprese che si occupano di nuove tecnologie ora investiamo circa 130 milioni di euro annui: briciole rispetto agli altri Paesi europei. Vogliamo potenziare il mercato del Private Equity e in particolare il Venture Capital e per fare questo vogliamo convogliare una quota del risparmio dei fondi previdenziali e assicurativi verso le PMI, anche attraverso la creazione di una piattaforma pubblica che favorisca forme di aggregazione tra fondi pensione e casse di previdenza, ovviamente garantendo una redditività. Vogliamo poi rendere più agevole l’utilizzo del agevolazione fiscale dei PIR da parte degli investitori istituzionali e convogliare le risorse dei PIR verso startup e imprese non quotate. Per favorire un maggiore attivismo della finanza pubblica, oltre a creare un ecosistema di finanziamenti vogliamo rafforzare ulteriormente le misure in favore delle startup per coinvolgere i giovani in un processo di avvio all’imprenditorialità innovativa. La priorità in questo campo è semplificare e digitalizzare le comunicazioni informative previste per le startup innovative e prevedere ulteriori riduzioni di costi per tutta la durata del periodo di iscrizione nella sezione speciale del registro delle imprese. Inoltre vogliamo rendere veramente Smart il nostro paese trasformando le esigenze del settore pubblico in un volano di politica industriale innovativo”. Potete leggere l’intero discorso su Innovation Post.
Impresa 4.0 e sviluppo sostenibile
Il ministro poi ha parlato di Impresa 4.0: “Vogliamo un modello di sviluppo sostenibile. Per questo l’economia circolare è uno dei capisaldi della nostra politica industriale ed entra nel contratto di governo sin dal primo momento. Inizieremo a razionalizzare e armonizzare la normativa ambientale in materia di rifiuti per fornire alle imprese un quadro certo in cui operare. La direzione su cui ci muoviamo è quella della cosiddetta ‘fine del rifiuto‘ ossia favorire il mantenimento del ciclo produttivo delle risorse materiali e lo sviluppo del mercato delle materie prime secondarie. A sostegno di questa iniziativa e sarà indispensabile aggiornare anche il sistema della responsabilità estesa del produttore in linea con le nuove disposizioni europee e con la diffusione del modello circolare, in modo da massimizzare l’efficienza della filiera del recupero dei materiali, prevedendo sistemi di controllo per un continuo miglioramento dell’efficienza, dell’efficacia e della qualità dei servizi”.