«Nessun intervento a sostegno delle aziende che garantiscono il trasporto con autobus sulla lunga percorrenza. La delusione è enorme»
Non è andata giù a Flixbus di essere rimasta esclusa – e con lei l’intero settore, s’intende – anche dagli emendamenti del Dl Rilancio, fresco di veloce approvazione alla Camera grazie al ricorso della fiducia. «Il testo del Decreto Rilancio votato oggi alla Camera segna un colpo mortale per tutto il settore: nessun intervento a sostegno delle aziende che garantiscono il trasporto con autobus sulla lunga percorrenza. La delusione è enorme», ha infatti immediatamente commentato Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia, ricordando anche come molti parlamentari, di maggioranza e opposizione, avevano portato in discussione diverse proposte per porre rimedio alle mancanze del testo originario.
Zero risorse dal Dl Rilancio
Il Dl Rilancio è ormai a metà del suo percorso: con l’approvazione al Senato sarà infatti convertito in legge. Questo vuol dire che chi, come Flixbus, lamenta di essere rimasto ai margini delle misure approntate dal governo per dare una celere risposta alla crisi economica post pandemica, dovrà necessariamente attendere l’altra manovra economica che sarà approntata con il terzo scostamento di bilancio. E naturalmente sperare che al prossimo giro la situazione migliori.
«Il risultato è zero: zero risorse economiche, zero interventi. Ne pagheranno il prezzo gli operatori del settore, i lavoratori e i cittadini che, fino a ora, hanno potuto fruire di un servizio pubblico offerto da decine di aziende italiane completamente a proprie spese. Le conseguenze di questa indifferenza politica saranno davvero gravi per tutto il settore del trasporto, per la rete di collegamenti che negli anni eravamo stati in grado di attivare, per l’approccio intermodale verso il quale si diceva di voler andare come Paese».
«È mancata la volontà politica, del Governo, e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti» affonda il colpo Incondi. «Purtroppo, il risultato della votazione di oggi è quello di disincentivare sempre di più le realtà che vorrebbero investire in Italia: il messaggio che è stato dato è che in questo Paese ricevono sostegno solo quelle aziende di trasporto che già ricevono soldi pubblici. Cosa devono aspettarsi tutte le altre? Solo sperare di non chiudere bottega da qui a fine anno».
Cosa lamenta Flixbus
«Ciò che verrà certificato nel testo definitivo del decreto – spiega il Managing Director di FlixBus Italia -, è una inaccettabile discriminazione concorrenziale tra gli operatori che offrono collegamenti tra centinaia di località con autobus e il trasporto ferroviario non soggetto a obblighi di servizio pubblico, tutto in evidente contraddizione con le indicazioni della Commissione europea, oltre che con il semplice buon senso. Una distorsione delle regole della concorrenza, che danneggia non solo noi operatori ma anche tutti i nostri passeggeri, dato che è chiaro a tutti che con una minore concorrenzialità i prezzi medi saranno destinati ad aumentare. Per questo, stiamo valutando di fare ricorso all’UE: abbiamo già avviato un confronto con la Commissione e ci sono le condizioni per chiedere che vengano bloccate norme che favoriscono alcuni sistemi di trasporto e ne penalizzano altri». Quindi un nuovo appello all’esecutivo: «Alla ministra Paola De Micheli, ancora una volta, chiediamo un segnale di attenzione e un atto di responsabilità: si decida davvero di fare qualcosa o si dica chiaramente che per il trasporto stradale non c’è futuro».