Come nasce e quali sono le big company dietro il fenomeno del momento.
È l’app del momento che sta già facendo impazzire letteralmente mezzo mondo. Si chiama Pokémon Go, ed è un’avventura in realtà aumentata che consente agli utenti via smartphone di divertirsi a scorazzare per le strade della propria città alla caccia di Pokémon, i simpatici animaletti nati nella mente di Satoshi Tajiri nel lontano 1996. La nuova mania ha fatto schizzare alle stelle le azioni della Nintendo, la casa giapponese di videogiochi che detiene un terzo della Pokémon Company. Una crescita incredibile del 63,7% rispetto alla chiusura del 6 luglio: da 17,1 miliardi di dollari a 28 miliardi.
Il fenomeno Pokémon Go
Lanciata ufficialmente negli Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda (il giorno del lancio ufficiale in Italia sarà il 15 luglio) l’app è diventata in pochissimo tempo un fenomeno di costume. Secondo Reuters, che cita i dati di SimilarWeb, società di ricerca, Pokémon Go è già installata sul 5% dei dispostivi mobile Android in USA, superando Tinder in popolarità e Twitter nel tempo speso al giorno (oggi 43 minuti). Dietro l’idea c’è John Hanke, il Ceo di Niantic, la startup che unisce videogiochi e realtà virtuale e ha già rilasciato Ingress, un videogame da 7 milioni di utenti nel mondo.
Pokémon Go ne è la naturale evoluzione. A Business Insider, Hanke racconta la genesi del progetto che come vedremo vede diversi big dell’hitech coinvolti. Il primo è Google che aveva la startup al suo interno prima della creazione di Alphabet e della ristrutturazione dei business del gigante di Mountain View.
Nell’ottobre del 2015, Niantic diventa una realtà indipendente e Hanke cerca un modo per realizzare un prodotto virale.
Il primo esperimento che porta i Pokémon nella realtà virtuale
Mentre è ancora a Google, Hanke è protagonista di una collaborazione tra Google Maps e Pokemon Company, la joint venture che detiene il copyright dei videogame (creata da Nintendo e da due aziende che sviluppano giochi per Pokémon, Game Freak e Creatures , tutti proprietari con lo stesso numero di azioni, ndr). Per pochi giorni, nell’aprile del 2014, i giocatori vengono invitati a catturare Pokemon sulle mappe interattive di Google, in quello che era solo un esperimento (qui ne parla The Verge). Ed è proprio pensando a questa circostanza, breve e fortunata, che Hanke trova ispirazione per il gioco che avrebbe sostituito Ingress nella mente dei suoi utenti.
Allora lo startupper contatta il Ceo di Pokemon Company, Tsunekazu Ishihara, per parlargli della sua idea e non trova molte resistenze perché caso vuole che è un appassionato di Ingress e questo rende il dialogo molto più semplice. Poco difficile anche convincere la Nintendo, con il Ceo Satoru Iwata che dà la sua approvazione al progetto proprio in un momento in cui la multinazionale ha bisogno di dare una spinta decisiva al suo business sul mobile.
Tre big investitori in Pikachu e soci
Per realizzare quello che oggi è Pokemon Go, Niantic ha ricevuto ben 20 milioni di investimenti in un round di Google, Nintendo e Pokemon Company. In un gioco di partecipazioni che vede Nintendo essere proprietaria di un terzo di Pokemon Company ed entrambe le aziende possedere delle partecipazioni in Niantic (le cifre sono undisclosed). A questi 20 milioni si sono poi aggiunti altri 5 da venture capital americani, Alsop Louie Partners e You & Mr. Jones Brandtech Ventures e da alcuni angel.
Il boom in Borsa di Nintendo
Una crescita del 63,7%, + 9 miliardi di dollari sul valore della multinazionale sul mercato, in pochi giorni, come spiega Wall Street Journal. Numeri straordinari per ridare nuova linfa a un gigante dei videogiochi. Ora ci sarà da ragionare sul modello di business, il gioco per ora è free, per capire se le revenue di Nintendo, come delle altre aziende coinvolte, andranno alle stelle. Due le sfide, secondo Fortune. La prima è trovare un sistema di monetizzazione veloce (probabilmente si consentirà agli utenti di fare piccoli acquisti sull’app durante le avventure). E la seconda è non annoiare. Riusciranno Hanke e il team a sviluppare sempre nuove funzionalità per non stancare gli utenti?
Finora Pokémon Go sembra avere tutte le carte in regola per riuscire dell’impresa.
Protagonisti amati dai millennial, la rivoluzione nel mondo delle app in forme che permettono di giocare senza essere chiusi in casa. E soprattutto il fattore di socializzazione. Non a caso sono già nati gruppi di persone che si incontrano per andare insieme a caccia dei simpatici mostriciattoli.
I numeri dei giochi su mobile
Nel 2015 ha smosso cifre che si aggirano intorno ai 35 miliardi di dollari secondo VentureBeat. Il mobile domina il mercato dei videogiochi e prende la fetta più grande di un business che raggiunge 85,4 miliardi di dollari. Altro dato interessante? Circa il 38% dei contenuti scaricati da Google Play e App Store sono infatti giochi, e in questo 38% si nasconde l’80% dei contenuti a pagamento acquistati dai consumatori sui due store virtuali dedicati ai dispositivi mobili.