La Cina è la nuova frontiera delle imprese finanziate per oltre 1 miliardo. Superando in volume i numeri degli investimenti degli Stati Uniti
L’economia mondiale sta cambiando baricentro: da un assetto tutto centrato sugli Stati Uniti stiamo migrando gradualmente verso un mondo che si divide tra Nordamerica e Cina. E a guardare i numeri messi assieme da Andrea Greco su Affari&Finanza si traccia un quadro che addirittura vede il sorpasso di Pechino ai danni degli USA: se è vero che le startup americane in grado di capitalizzare più di 1 miliardo a testa (i cosiddetti unicorni) sono ancora numericamente di più, gli investimenti incoronano le concorrenti cinesi. Che possono contare su capitali, pubblico e un potenziale enorme grazie anche a un mercato meno regolato di quanto avvenga altrove: Cina batte Stati Uniti 57,6 miliardi di dollari a 48,7.
La rincorsa cinese
Guardando i numeri degli unicorni nati nel 2017 gli USA vincono 32 a 18, ma la Cina prende il comando quando si va a guardare il volume di investimenti: il dato più interessante è quello di Toutiao, l’aggregatore di notizie che conta su 120 milioni abbonati in Cina e che da solo ha raccolto la cifra impressionante di 20 miliardi di dollari. Un numero che equivale alla somma degli investimenti nelle altre 4 startup che occupano i primi cinque posti della classifica, e che (vale la pena sottolinearlo) sono tutte cinesi tranne una.
Una dimostrazione plastica di quanto stiamo dicendo: magari di queste startup cinesi si parla poco, soprattutto perché il loro business si concentra in madrepatria e parlano spesso unicamente la loro lingua madre, ma sono senza dubbio in grado di raccogliere ingenti capitali grazie al potenziale enorme di questo mercato. Ma ci sono anche aziende, come Nio, che lavorano a prodotti che potrebbero vendere in tutti il mondo: la febbre dell’auto elettrica oggi riguarda soprattutto Elon Musk e Tesla, ma 5 miliardi raccolti dimostrano quanto sia agguerrita la concorrenza cinese che ha appena sfronato il SUV ES8 che dispone di batterie intercambiabili e intelligenza artificiale a bordo, per consentire l’automazione nella guida e nelle situazioni di emergenza.
Interessante anche un altro paio di dati individuati da Affari&Finanza: secondo le stime di PwC, il fintech cinese ha racimolato 14,8 miliardi solo nel 2017, doppiando gli Stati Uniti e raccogliendo 7 volte quei 2,4 miliardi che consegnano il Regno Unito come capofila di un’Europa che è molto indietro su questo terreno. Notevole anche la performance di OFO e Mobike, due nomi della mobility che si sono fatti conoscere anche qui da noi in Italia: le biciclette del bike sharing in free-floating hanno raccolto 3 miliardi di finanziamenti a testa.
Lo stato italiano
Gli unicorni parlano quasi tutti inglese o cinese: dopo USA e Cina, 4 società hanno sede nel Regno Unito e una a testa se li aggiudicano Emirati Arabi Uniti, India e Indonesia. Il resto d’Europa non può vantare startup in grado di raccogliere altrettanti finanziamenti: basti pensare che il più grande mercato in fatto di capitali a disposizione resta la Germania con 2,8 miliardi seguita da Francia e Spagna.
L’Italia, come detto su queste pagine, a fine 2017 ha visto un dato che non si discosta poi troppo da quello dell’anno precedente: 137 milioni a cui sommare altri 25 raccolti da Chili, e a cui volendo si potrebbero sommare pure i 75 milioni di Greenrail (fresca vincitrice dello StartupItalia! Open Summit) che però sono frutto di un accordo commerciale e non di finanziamento. In ogni caso è un valore inferiore a quello di altre nazioni facenti parti del G8, con ampi margini potenziali grazie alla domanda crescente in fatto di digitalizzazione.
La Top10
Ecco la lista delle prime 10 startup trasformatesi in unicorno nel 2017: la Cina è l’autentico mattatore della classifica, con USA e Regno Unito a spartirsi le sole tre posizioni restanti.
- Toutiao: 20 miliardi (Cina)
- Lianjia.com: 6 miliardi (Cina)
- Outcome Health: 5,5 miliardi (USA)
- NIO: 5 miliardi (Cina)
- Baic Bjev: 4,2 miliardi (Cina)
- Cantab Research: 3,7 miliardi (Regno Unito)
- Powerchord Group: 3,2 miliardi (Usa)
- Mobike: 3 miliardi (Cina)
- OFO: 3 miliardi (Cina)
- Sensetime: 3 miliardi (Cina)