Signore e signori, va in onda “I nuovi monopoli del fintech, parte seconda”. Il gigante dell’eCommerce e quello del crowdfunding hanno stretto una partnership: i (migliori) progetti di Kickstarter da oggi avranno una vetrina su Amazon. Su Launchpad, la piattaforma aperta un anno fa dal colosso di Jeff Bezos dedicata a startup e idee innovative, è attiva (al momento solo per il mercato Usa) una nuova sezione “Made in Kickstarter”.
In vero, Launchpad nasce come piattaforma professionale di equity crowdfunding, per collegare venture capitalist e innovatori. In un anno, secondo Amazon, Launchpad ha messo in rete sono oltre 100 gli operatori di Vc, acceleratori e piattaforme di crowdfunding, contribuendo al lancio sul mercato di oltre 1.000 startup.
Come funziona
Sgombriamo subito il campo da un facile equivoco: Amazon non “venderà” idee e progetti da realizzare. Kickstarter ha scelto per il colosso dell’eCommerce 300 prodotti che hanno già vinto altrettante campagne di crowdfunding, tra gadget, libri, prodotti per la casa, film, elettronica e giochi da tavolo. I bestseller di sempre, insomma. E qualche new entry.
Perché Amazon ha scelto Kickstarter
Prodotti di successo, dicevamo, che intrinsecamente portano in dote anche anche un piccolo tesoretto. Quello che più di ogni altra cosa, forse, interessa a un gigante del calibro di Amazon: la community.
Tra le righe lo lascia intuire anche il numero 2 di Bezos, Jim Adkins: «Lavorare con Kickstarter – ha detto il vicepresidente di Amazon – è un ottimo modo per noi per sentire direttamente dai clienti quali prodotti gli stanno a cuore, dal momento che veramente detengono il potere di dare vita a questi prodotti». Tutto ciò unito anche alla potenza di fuoco di un gigante da 188 milioni di visitatori al giorno. «Il nostro obiettivo è quello di consentire loro di raggiungere centinaia di milioni di clienti Amazon e di superare una delle maggiori sfide che deve affrontare ogni startup, portando i loro prodotti sul mercato con successo”, ha detto Adkins.
Perché Kickstarter ha scelto Amazon
Ma la notizia nella notizia è (anche) un’altra. Come sappiamo, la filiera del crowdfunding prevede che un’idea, un prototipo di un prodotto, vincano una campagna e arrivino al goal. Una volta raggiunto l’obiettivo la campagna viene chiusa, i backers remunerati, i prodotti realizzati e spediti a chi ha finanziato la campagna. E dopo? Dopo intorno all’idea nasce la startup. Che entra subito sul mercato, forte anche della popolarità ottenuta con la campagna. Ma subito dopo l’azienda dovrà essere capace di restarci, sul mercato. Vendere, vendere, vendere. E questo è il vero limite, forse, di grandi prodotti nati sull’onda di una campagna di successo. L’accordo con Amazon potrebbe davvero colmare questo gap, offrendo alle startup, oggi 300 domani magari 300 mila, una vetrina nel più grande marketplace del mondo. Uno scenario inesplorato, che potrebbe addirittura riscrivere la filiera dell’eCommerce, passando da modelli di retailing basati su magazzino e giacenze a modelli di produzione e distribuzione on demand.
Aldo V. Pecora
@aldopecora