Tre domande al Presidente di Seeds&Chips per capire che cosa si aspetta dal prossimo governo
Ho avuto la fortuna di conoscere Marco solo 4 anni fa in occasione della prima edizione di Seeds&Chips a Milano. Difficile immaginarsi nel 2014 quando persino Expo sembrava un miraggio un evento internazionale come lui aveva già in testa come solo un imprenditore visionario con lo sguardo sempre proiettato al futuro sa fare.
Fondatore di TicketOne, la prima piattaforma e-commerce di vendita biglietti, e di NetComm il Consorzio del Commercio Elettronico in Italia è oggi Presidente di Seeds&Chips, The Global Food Innovation Summit, l’evento mondiale di riferimento nella Food Innovation (che quest’anno sarà da 7 al 10 maggio), dove investitori, centri di ricerca, università e startup, possono incontrarsi e condividere le ultime grandi innovazioni nel settore agroalimentare, dal campo alla tavola.
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Fin dal 2014 il suo evento è stato un catalizzatore di tutto il meglio che il nostro Paese esprime proprio attraverso il cibo anche in termini di innovazione e sostenibilità e è oggi un esperto riconosciuto a livello internazionale tanto da ospitare speaker come l’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, alla sua prima apparizione pubblica dopo la fine del suo mandato.
Attivo, fin dall’età di sedici anni nel sociale, è membro del CdA del Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights e dal 2017 è anche il promotore del primo Pool internazionale contro la SLA, lo SLA DREAM TEAM, supportato attraverso #IostoconPaolo, il Comitato di sensibilizzazione e raccolta fondi di cui è Presidente.
Cosa vorresti trovare nei programmi dei futuri candidati, quali sono le tue ambizioni per il futuro del nostro Paese, i tuoi consigli, suggestioni?
Vorrei trovare tante volte le parole giovani, innovazione e startup sia nei programmi, ma soprattutto nei progetti e nelle azioni concrete. Su questi concetti si gioca il futuro del Paese: i giovani hanno bisogno di nuovi strumenti e nuove soluzioni, dove la parola chiave deve essere innovazione. Oggi i giovani guardano al futuro in maniera più attenta rispetto ai coetanei di venti o trenta anni fa, i millennials sono cresciuti con un linguaggio molto diverso rispetto alle generazioni precedenti ed è in questo contesto che vogliono vedere concretizzarsi i loro sogni, il loro futuro e il loro lavoro. Infine, se mi è concesso, mi permetto di dare un consiglio al futuro Premier: l’Italia non può perdere l’onda della Blockchain, che avrà presto un impatto molto più grande di quello che ha avuto internet vent’anni fa e molto più veloce e dirompente. L’Italia deve imparare ad agire e non solo a reagire, deve cogliere il cambiamento ed entrare al più presto in un piano di azioni e regolamentazioni condivise a livello internazionale che consenta di sfruttare le grandi potenzialità della blockchain.