In libreria il nuovo volume di Gaito dal titolo “GROWTH HACKER Mindset e strumenti per far crescere il tuo business”. Lo abbiamo intervistato per carpirgli qualche consiglio in più
Quando si cerca su Google il significato della parola Growth Hacking tra i primissimi risultati si trova la definizione tratta dal Blog di Raffaele Gaito. “Growth Hacking è un processo di sperimentazione rapida sul prodotto e sui canali di marketing per trovare il modo più efficiente per far crescere un business” una definizione secca, decisa, senza troppi fronzoli eppure più aventi nel suo post aggiunge: “Voglio chiarire subito Growth Hacking è un mindset, un approccio. Qualcuno azzarderebbe addirittura a definirlo una filosofia”.
Chi meglio di lui allora poteva scrivere un libro sull’argomento? Su che cosa c’è di concreto nella strategia di chi ha “nella crescita la sua stella polare”? Così è stato ed è uscito da qualche giorno in libreria GROWTH HACKER Mindset e strumenti per far crescere il tuo business. Abbiamo chiesto a Raffaele di raccontarci qualcosa di più sul suo libro per capire insieme com’è nata l’idea di scriverlo e a che pubblico sia dedicato. Abbiamo scoperto che molti “hanno un’idea sbagliata di che cosa sia il Growth Hacking”, e che “Spotify è diventato il colosso che conosciamo oggi proprio perché utilizza fin dal primo giorno il processo di Growth Hacking come strumento di crescita”.
L’intervista
Quando ti è venuta l’idea scrivere il libro e quanto tempo ci hai messo?
L’idea di un libro sul Growth Hacking mi gironzolava in testa già dall’autunno 2016 e infatti avevo avuto già qualche contatto con altri editori che però non si sono mai concretizzati.
Quando mi ha contattato FrancoAngeli a inizio 2017 avevo già in mano un indice di massima e una bozza di primo capitolo sul quale stavo lavorando. Su questo materiale ci siamo confrontati e abbiamo valutato la fattibilità della cosa.
Appena ricevuto l’ok ufficiale mi sono immerso nella scrittura e ho scritto ininterrottamente da Gennaio a Luglio, dove negli ultimi 2-3 mesi mi ci sono addirittura dedicato full time interrompendo tutte le collaborazioni che avevo in corso.
Da agosto in poi abbiamo iniziato un’attenta fase di revisione durata un bel po’ e che ha prodotto il libro per come lo conosciamo oggi.
Perchè scrivere un libro sul growth haking oggi?
Come accennavo nella prima domanda è da tempo che avevo in mente di scrivere un libro sul tema. In Italia l’argomento era trattato poco e trattato male e le poche cose che arrivavano dall’America erano i blog post con i titoloni acchiappa click: startup che crescevano a dismisura, gente che faceva numeri da paura, e così via.
Avevo la sensazione che si stesse diffondendo un’idea decisamente sbagliata del Growth Hacking, ossia quello di una serie di trucchi e tecniche per crescere velocemente grazie a delle scorciatoie. Niente di più falso!
Allo stesso modo, però, avevo troppo rispetto per i libri per lanciarmi in un’avventura di questo tipo senza esserne sicuro al 100%, senza avere qualcosa da dire. Qualcosa di concreto, di importante e di diverso.
Più guardavo la fuffa che veniva pubblicata (soprattutto nel contesto digital) e più pensavo che il mio libro doveva essere qualcosa di valore, altrimenti meglio non scriverlo.
Poi i tempi sono maturati, io avevo un bel po’ di esperienza alle spalle (con progetti miei, dei miei clienti e dei miei studenti), il progetto di FrancoAngeli con la collana “Professioni Digitali” mi ha convinto fin da subito e allora mi sono buttato. E a quel punto ci ho messo tutto me stesso, farlo in altro modo non avrebbe avuto alcun senso.
Chi sono i growth hacker e perché possono scardinare alcune basi del marketing in azienda?
I Growth Hacker sono queste figure ibride e multidisciplinari che uniscono competenze tecniche a competenze di marketing a competenze di business.
Sono persone in grado di capire come si fa il design di un business model, come si valida un’idea, come si mette in piedi un funnel di vendita, come si intervistano i clienti e così via.