La Brexit ha minato l’entusiasmo degli investitori sul fintech britannico. Lo dicono i numeri raccolti da Business Insider. Nel terzo trimestre del 2016 i finanziamenti complessivi nei confronti delle fintech in Uk hanno raggiunto la cifra di 78 milioni di dollari. Erano 122 i milioni nel secondo trimestre e 120 nel primo. Questi dati hanno alimentato le brame di altri ecosistemi fintech che puntano a mettere in discussione il primato di Londra che dura da anni. Da quelli più conosciuti, Germania e Svizzera, fino ad altri che si stanno affacciando con forza sulla scena, la Lituania e sorpresa delle sorprese, la Grecia.
Che succede a Londra
Come spiega bene Business Insider, il problema che vive oggi il fintech londinese è il clima di incertezza. Il governo non ha ancora fornito delle chiare indicazioni su quali saranno le reali conseguenze della Brexit. Come si può immaginare quello che preoccupa soprattutto sono le leggi che regolano la circolazione di merci e persone. Come sarà l’accesso delle fintech inglesi al mercato europeo in futuro? Quanto sarà facile per loro portare in squadra talenti dall’estero? Sono solo alcuni degli interrogativi che gli investitori si stanno ponendo, senza trovare finora risposte da parte delle istituzioni.
Anche gli startupper svelano i loro dubbi. Antony Olsen, della fintech specializzata nel trasferimento di denaro, Remitly, spiega che la Brexit potrebbe causare più di un problema nei permessi per operare all’interno della UE. Mentre Francisco Lorca, di Startupbootcamp Fintech London è preoccupato dalla capacità futura di Londra di attrarre talenti dal resto del mondo.
Germania in pressing, greci e lituani scaldano i motori
Il clima di incertezza londinese mette in crisi il suo primato nel fintech europeo. Altre nazioni potrebbero essere scelte come ecosistema più pronto ad affrontare le sfide future del settore. Oltre alla Germania e alla Svizzera che hanno tutto per riuscire, volume alto di investimento, burocrazia molto favorevole e un sistema bancario che può fare da supporto all’innovazione, ci sono altri due Paesi che inaspettatamente provano a fare la scalata.
Come spiega Finextra nella sua analisi, il primo potrebbe essere la Lituania. Il Paese è già da tempo molto attivo attraverso la Bank of Lithuania e l’agenzia governativa di investimenti, Invest Lithuania, a cercare nuove soluzioni normative per attrarre le più talentuose fintech europee. La nazione punta a ridurre i tempi di attesa per ottenere le licenze necessarie ad operare in Europa e l’accesso alle API del sistema di payment Sepa, l’area unica dei pagamenti in euro, anche per chi non è un operatore bancario.
La sorpresa delle sorprese è la Grecia che a seguito della violenta crisi economica è diventata un hub di sperimentazione di blockchain e bitcoin. Inoltre, secondo Paymentweek, la nazione ellenica ha conosciuto un aumento del 40% delle transazioni con carta. Perché la Grecia può puntare in alto? «La nazione – scrive il sito – ha una forza lavoro giovane, affamata e ambiziosa, delle infrastrutture che funzionano e un’eredità culturale ed economica millenaria».