Uno per uno i nuovi progetti dell’incubatore d’impresa di Università Bocconi, Camera di commercio e Comune di Milano. Seguiranno un percorso di due anni
Si occupano di terzo settore, servizi assistenziali, mercato del lavoro, food. Incoraggiano party sharing e noleggio tra privati. Si prefiggono di aiutare ragazzi ad alto potenziale cognitivo e promuovono le imprese artigiane del territorio. Sono le nove nuove startup di Speed MI Up, l’incubatore d’impresa di Università Bocconi, Camera di commercio e Comune di Milano. Seguiranno un percorso di due anni che prevede formazione, tutorship continuativa, servizi ad alto valore aggiunto, assistenza per l’accesso a finanziamenti. Sale così a 66 il numero di startup incubate nelle sedi milanesi di Via Gobbi e di Via Achille Papa, a cui si aggiungerà prossimamente un terzo spazio in Via Bocconi. «Le nostre startup – spiega Fausto Pasotti, direttore di Speed MI Up – hanno coraggio, determinazione, passione e idee di business solide e innovative, non necessariamente dal punto di vista tecnologico». Per Alberto Meomartini, presidente del consorzio Speed MI Up e vice presidente della Camera di commercio di Milano «questo progetto è una infrastruttura ormai consolidata per la città, a disposizione delle imprese, a partire dalle startup e dai giovani professionisti. Sta crescendo con l’ingresso di nuove startup la funzione del consorzio come luogo di dialogo tra istituzioni e università per aiutare la crescita delle idee d’impresa innovative, in particolare dei giovani». Nato nel 2013, Speed MI Up vanta storie di successo come D1 Milano (orologi fashion, ora valutata 11,5 milioni di dollari), Diferente (drink analcolici, che ha da poco lanciato una seconda campagna di equity crowdfunding dopo avere raccolto 200 mila euro), Cercaofficina.it (preventivi online per riparazioni auto), My Cooking Box (lo «chef in scatola»), One Tray (ceste brandizzabili per i controlli di sicurezza che ha stretto accordi con 14 aeroporti). E ancora, Quattrocento, Mind The Gum, Wash Out, Taskhunters.
Le 9 startup di Speed MI Up
1. Be Honest
Il progetto vuole innovare il terzo settore, verificando e garantendo trasparenza alle organizzazioni non profit. Be Honest si propone di creare un network di organizzazioni non profit virtuose che possano raccogliere con maggiore facilità le donazioni dei privati cittadini e delle aziende che vogliano distinguersi con la propria politica di corporate social responsibility. Il criterio di analisi elaborato da Be Honest consentirà di formulare un rating che illustri ai donatori in maniera semplice e chiara la reale efficienza delle organizzazioni, le quali potranno accedere al network solo nel caso in cui destinino al programma di beneficienza almeno il 65% dei fondi raccolti. Sarà utilizzata anche una piattaforma digitale di crowdfunding e realizzata una donor experience che restituirà fiducia a chi dona e premierà chi opera in maniera virtuosa. Il team è composto da Daniele Narduzzi, Gianni Monteforte, Giordano Giannantoni, Lara Marchi, Marco Scarfato.
2. Feed Their Minds
Dare supporto concreto a i bambini e i ragazzi ad alto potenziale cognitivo: questo l’obiettivo di Feed Their Minds. Bambini e ragazzi gifted, oltre a presentare notevoli abilità nell’apprendimento, manifestano spesso problemi di adattamento agli schemi didattici proposti, alle pressioni emotive e alle normali pratiche di insegnamento. Tali problemi possono sfociare in varie forme di disagio emotivo e psicosomatico, in manifestazioni più o meno gravi di disadattamento e nell’abbandono scolastico. Feed Their Minds vuole mettersi al servizio delle famiglie e delle istituzioni scolastiche pubbliche e private per elaborare linee guida che possano portare alla realizzazione di piani di apprendimento personalizzati e proporre un servizio di elaborazione di piani di studio, counseling e sostegno alle famiglie e di mentoring per i ragazzi dentro e fuori dalla scuola. Il centro del progetto si chiama Plus Dot App, piattaforma in grado di offrire una molteplicità di servizi a genitori e insegnanti e creare un network attraverso il quale i ragazzi stessi possano entrare in contatto tra di loro, confrontarsi e sentirsi meno soli. È un’idea di Raffaella Silbernagl e Mario Manduzio.
3. Green Koala
E’ laboratorio di cucina online che si propone di ideare, preparare e consegnare i propri prodotti al cliente in non più di 20 minuti. La natura dei piatti è racchiusa nella parola Green. «Incontriamo ogni giorno i nostri coltivatori e allevatori per assicurarci che i prodotti che arriveranno nelle vostre case o uffici siano di massima qualità, di un gusto eccellente e soprattutto trattati nella maniera più idonea possibile» spiegano Vincenzo Montalbano, Luca Marcolongo, Alessandro Ahmad, Edoardo Brillante. Il controllo dell’intera filiera permette di utilizzare metodi di cottura che garantiscono di non perdere gusti, valori nutrizionali e proprietà benefiche delle materie prime.
4. Homenit
L’obiettivo è risolvere i problemi della casa attraverso l’organizzazione e la promozione delle imprese artigiane a livello territoriale. In Italia, infatti, molti piccoli imprenditori si confrontano con i limiti di una struttura organizzativa carente dalla quale discende una scarsa cura dell’immagine, la mancanza di una segreteria, l’incapacità di far fronte a lavori più complessi. Al contempo, il cittadino spesso ha bisogno, per far fronte a un lavoro di manutenzione o riparazione, di contattare più artigiani accollandosi l’onere di organizzare i lavori e il rischio di ricevere prestazioni non soddisfacenti. Homenit si pone quale soluzione ai problemi di realizzazione e organizzazione dei lavori in casa. Inoltre, al fine di assicurarne la qualità si pone quale garante per le prestazioni effettuate dagli artigiani associati. Homenit crea valore sia per il cittadino che per l’impresa, tutela e promuove un patrimonio di conoscenze artigianali e professionali che è da sempre un orgoglio nazionale. Il team è composto da Francesco Zardini, Marco Matuchina, Luca Buratto, Marzia Palmas, Massimiliano Goriup.
5. MyDear
Tramite i canali app e web, MyDear vuole diventare la piattaforma primaria per la ricerca, la selezione e il coordinamento degli attori coinvolti nei servizi assistenziali. Ogni anno, in Italia, 2,6 milioni di famiglie si rivolgono al mercato nella speranza di trovare una persona alla quale affidare la cura di un proprio caro. Dall’altra parte, esiste un esercito di 770.000 assistenti familiari che faticano a mettere in mostra competenze ed esperienze. Eppure il mercato dei servizi di collaborazione familiare è ancora fortemente destrutturato e basato principalmente su rapporti di conoscenza diretta e sul passaparola. MyDear si pone come servizio innovativo, trasparente e completo, che parte dalla ricerca e dalla selezione di profili verificati, passa dal coordinamento della prestazione concordata, fino ad arrivare al pagamento cashless e alla valutazione dell’assistente prescelto. La famiglia è accompagnata nel corso dell’intera prestazione con sistemi di comunicazione e di feedback in tempo reale. Sull’altro fronte, MyDear vuole diventare vetrina garantita e di qualità per gli assistenti familiari, che spesso non riescono a valorizzare le proprie esperienze pregresse e a incontrare la domanda di servizi da parte delle famiglie. Il team è composto da Alessandro Miceli, Elia Fausti, Marco Gasparin.
6. MyShindig
MyShindig è la piattaforma di party sharing che si pone come alternativa ai classici luoghi di aggregazione sociale quali discoteche, club e pub, frequentati con l’obiettivo primario di fare conoscenze e stringere amicizie. Proprio su questo aspetto si concentra la proposta di valore di MyShindig. Trattandosi di eventi organizzati da host non professionali presso location private, come abitazioni o altri luoghi messi a disposizione, l’ambiente è più intimo e accogliente rispetto a una sala da discoteca. Il funzionamento della piattaforma è semplice ed è volto a garantire le condizioni di successo dell’idea di party sharing: la creazione di una community basata su fiducia e rispetto e la garanzia della gestione autonoma e del mantenimento del pieno controllo dell’evento da parte dell’host. Gli eventi Shindig hanno una natura di tipo collaborativo, implicano un livello elevato di interazione sociale e permettono ai partecipanti di conoscere persone nuove da tutto il mondo. «Il nostro obiettivo» dicono Emanuele Gaeta e Andrea Pini «è rivoluzionare la Night Time Economy come Airbnb ha rivoluzionato il settore Travel Accommodation».
7. Paladin
#UseThingsBetter è il motto di Paladin, app per il noleggio diretto di oggetti tra privati. Quante volte capita di avere oggetti inutilizzati o sottoutilizzati in casa? Quante volte vi servirebbe un prodotto per un solo evento, per un fine settimana oppure una vacanza, ma non volete comprarlo perché la spesa appare eccessiva? Paladin, che mira a cambiare le modalità di consumo e creare un’economia migliore attraverso la condivisione, è la soluzione. È già presente a Milano e Berlino con le prime due app sviluppate su iOS e Android. Il funzionamento è molto semplice: basta inserire il prezzo al giorno dell’oggetto e stabilire una cauzione, chattare con la persona interessata per fissare l’incontro in cui avviene lo scambio, infine rivedersi per la restituzione e la conclusione del prestito. Lo scambio avviene in tutta sicurezza tramite carta di credito: i soldi arrivano direttamente sul conto corrente del prestatore. Grazie alla cauzione, chi noleggia l’oggetto non dovrà preoccuparsi di eventuali danni o smarrimenti. Il team di Paladin è composto da Nico Fusco, Marc Ferrer, Alessandro Perinotto.
8. Wallove
Wallove è un brand di bracciali componibili made in Italy, caratterizzato da design moderno e dalla qualità tipica dei distretti orafi italiani. I Bracciali Story di Wallove permettono di catturare le date significative nel percorso di crescita delle persone e delle coppie, che vengono incise su charms componibili, con simboli e forme che evocano gli eventi da rammentare. Ogni bracciale diventa così un pezzo unico e personalizzato. Il founder è Luigi Mazzei.
9. Work Bricks
Work Bricks è la prima sfida di Another Brick, società che utilizza il gioco on line e le sue dinamiche per sviluppare percorsi di crescita personale e professionale. Work Bricks è una piattaforma di massive engagement che attraverso il gioco e situazioni sfidanti profila la persona valutando le sue capacità trasversali e confrontandole con quelle richieste dal mondo del lavoro. Da un lato, accompagna la persona in un percorso di crescita e conoscenza delle proprie capacità, dall’altro risponde alla necessità delle aziende di selezionare i candidati non più dal curriculum vitae, ma dalle loro reali capacità. I principali segmenti a cui si rivolge sono aziende, persone, scuole e università, agenzie di formazione e orientamento al lavoro, società di ricerca del personale. Work Bricks nasce da un’idea di Elettra Panigatti che, dopo un percorso come game designer nel settore della formazione e comunicazione aziendale, ha dato forma a un progetto che risponde a un’esigenza vissuta prima come giovane mamma in cerca di ricollocazione nel mondo del lavoro e successivamente come selezionatrice di figure professionali.