Terza tappa del Made in Italy 2.0.2.0: le eccellenze italiane in partenza per New York City con iStarter
iStarter, l’acceleratore italiano con sede a Londra, annuncia ufficialmente la tappa americana del suo tour mondiale, Made in Italy 2.0.2.0, evento ideato per mettere in collegamento le eccellenze digitali del nostro Paese con gli investitori internazionali.
Dopo Londra e Pechino, si parte per New York dove lunedì prossimo, il 26 febbraio 2018, presso il Grand Central Tech – polo di eccellenza del settore tecnologico e innovativo della Grande Mela – a partire dalle 14.00, un gruppo selezionato di startup italiane presenteranno i loro progetti di fronte ad una platea di ricercati investitori internazionali e americani, del calibro di Startup Grind, Index Venture, e.venture, AngelList e molti altri ancora.
«La mission di questa tappa americana – afferma Antonio Chiarello, Amministratore Delegato di iStarter S.p.A. – è sicuramente mettere a confronto i migliori prodotti digitali italiani con la patria delle web-company mondiali e della Silicon Valley. Come diciamo da tempo, crediamo fortemente che i tempi siano maturi per investire nel nostro digitale: l’Italia non è solo cibo, moda e design, settori in cui sicuramente primeggiamo, ma, come dimostra la schiera di startup selezionate per New York, spaziamo dal Digital Health al Fintech alla Gamification con risultati a dir poco ottimi». Successivamente ci si sposta tutti al Midtown Loft and Terrace per il Gala Aperitif di chiusura, dove, nella terrazza di circa 400 metri quadrati, gli ospiti internazionali e le startup potranno godere di una vista mozzafiato su New York, continuando il networking in un’atmosfera più informale”.
Che cos’è Made in Italy 2.0.2.0
Nato come singolo evento nel 2016, l’anno successivo il Made in Italy 2.0.2.0 diventa un vero e proprio tour mondiale che copre 3 continenti: Europa, Asia e America, Oltre 500 investitori internazionali, influencer tecnologici, manager di livello C e HNWI, 1250 startup, scelte con l’aiuto di acceleratori, angels, investitori e VCs di cui 39 finaliste che portate in giro per il mondo, rappresentano il meglio degli innovatori italiani e delle compagnie in rapida crescita.
Abbiamo cercato di capire meglio che cosa c’è da aspettarsi dall’evento sentendo tre dei protagonisti. Antonio Chiarello è Managing Director di iStarter e, dal 2016, CEO e fondatore di ClubDealOnline che lui definisce “the first equity crowd funding platform not for the crowd”. Dal 2001 al 2016 è stato CEO di Marzotto SIM, Antirion SGR e Direttore Generale di UBS Alternative Investment Italia SGR.
Simone Ciminelli, basato a Londra, è presidente di SIS dal 2016, fondata nel 2010, il suo family office focalizzato su private equity e investimenti a lungo termine, board member di Korean Fuel Tech Corporation dal 2012. Precedentemente ha ricoperto ruoli manageriali in Mediobanca, Deloitte, Egom, e Torino Calcio.
Nicola Garelli è direttore del fondo dedicato alle startup di Boston Consulting: BSG Digital Ventures e Presidente di iStarter. In precedenza è stato managar di Booz, Gruppo Gavio/Ruscalla e Ernst & Young. Oggi è uno degli Young Leader di Aspen Institute.
Come avete selezionato le startup presenti a NY, cosa avete trovato di unico e perché le avete scelte?
Nicola Garelli: Le startup selezionate hanno 3 caratteristiche: una buona traction commerciale o livello di innovazione. Un italian angle, tipicamente con un key co-founder italiano. Una equity story molto lineare in termini di risultati ottenuti, round di finanziamento e composizione della compagine sociale.
Antonio Chiarello: Il processo di selezione che si è ripetuto per tutte le date del Made in Italy 2.0.2.0 (Londra, Pechino, NYC), parte da una base di analisi di oltre 1000 realtà, è coordinato con Angel investors e Venture Capital nazionali ed internazionali, e ci porta a scegliere le 10 finaliste.
Simone Cimminelli: Tra le 10 selezionate per NYC ci sono 4 realtà incorporate in America e con capitali americani già raccolti. Ci sono startup con clienti già in America. Tutti i progetti selezionati sono eccellenze Italiane con la possibilità di fare bene negli States.
Quali opportunità concrete ci sono a NY per una piccola startup italiana, con poca traction, pochi finanziamenti e, spesso, poco inglese?
Simone Cimminelli: Poca traction, poca finanza e poco inglese = poche possibilità. I progetti selezionati hanno traction, finanza e standing.
Antonio Chiarello: Guardare all’estero nelle prime fasi di seed rischia di essere molte volte poco producente. Per le startup in una fase di crescita, l’estero è invece un passaggio obbligatorio.
Nicola Garelli: Il punto dell’iniziativa Made In Italy 2.0.2.0 è portare le migliori scaleup del nostro Paese a farsi conoscere nei principali hub finanziari mondiali.
Che tipo di investitori saranno presenti? VC classici, corporate, angels… e perché in un ecosistema così ricco dovrebbero finanziare una startup italiana?
Simone Cimminelli: Con un lavoro durato circa un anno, abbiamo contattato oltre 500 persone rilevanti nell’ecosistema tech americano tra Angels ed Angels associations, Investitori Istituzionali, C-Level di importanti corporate, Tech influencers. Il goal è mettere in sala 70-80 contatti utili agli imprenditori selezionati.
Nicola Garelli: Le scaleup italiane rappresentano una vera opportunità. Una buona idea ed un team in grado di deliverare è un’occasione di investimento ghiotta per investitori Italiani ed esteri. In aggiunta, essendo il mercato domestico ristretto, le valutazioni sono estremamente competitive.
Antonio Chiarello: Dopo Londra e Pechino arriviamo a New York City convinti che le migliori scaleup Italiane sapranno stupire gli investitori Americani.
iStarter ha ad oggi un fatturato aggregato di 75 Milioni di Euro e ha raccolto 135 Milioni di Euro per le proprie startup generando 650 posti di lavoro in quasi due anni
Tutte le startup finaliste
Amicomed: il primo servizio totalmente digitale e automatizzato di gestione della pressione arteriosa
Armadio: negozio online che offre accessori di moda italiani, unici e certificati. Armadio è un modello di “bottega italiana” emigrata a New York. E’ un’azienda, tutta italiana, che da anni ha individuato la sua sede operativa a New York e, anche per questo motivo, per la sua radicalizzazione nel mercato statunitense, è stata introdotta fra le 10 finaliste. Quello che offre ai consumatori è la possibilità di fare shopping in Italia, senza prendere nessun aereo. La compagnia ha contatti e relazioni commerciali con i maggiori bottegai e pellettieri italiani, di cui cura la diffusione dei prodotti oltreoceano. Insomma, si tratta di un canale di esportazione che non è mai esistito: dagli artigiani italiani direttamente ai consumatori negli Stati Uniti.
«Nell’era della moda veloce online – rende noto l’ufficio stampa della startup – abbiamo deciso di andare nella direzione opposta: vogliamo offrire la stessa sensazione di shopping in una bottega di Firenze, dove vai, conosci il proprietario e chiacchierando con lui in modo amicale e unico, entri a contatto con i prodotti, la loro storia e i designer».
«Il Made in Italy 2.0.2.0 – rincara Simone Cimminelli, Amministratore Delegato di iStarter Ltd – nasce anche per questo, per raccontare un rinascimento digitale che sta coinvolgendo i settori storicamente forti del capitalismo italiano».
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Wearable Robotics: compagnia che progetta, sviluppa, produce e commercializza dispositivi robotici portatili avanzati, eventualmente integrati con sistemi di realtà virtuale