Il candidato premier del Movimento 5 Stelle ci racconta che cosa farà per l’ecosistema: “Il mio obiettivo e quello del M5S è solo uno: lasciare libero questo flusso di energie di innovatori e sostenerlo” e ancora “creeremo una Banca Pubblica per gli Investimenti, perché oggi avere credito dalle banche è diventata una mission impossible”.
Innovazione, startup e digitale. Quanto c’è di questi temi nei programmi elettorali? Lo abbiamo chiesto ai maggiori schieramenti che si presentano alle elezioni politiche del 4 marzo. Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 Stelle, in questa intervista ci racconta che cosa vorrebbe fare il movimento per l’ecosistema delle startup italiane: “Il mio obiettivo e quello del M5S è solo uno: lasciare libero questo flusso di energie di innovatori e sostenerlo” e ancora “creeremo una Banca Pubblica per gli Investimenti, perché oggi avere credito dalle banche è diventata una mission impossible”. Infine ci parla anche della sua idea di Smart Nation: “Ma non esiste Smart Nation” senza rilanciare formazione, università e ricerca”.
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L’intervista a Luigi Di Maio
StartupItalia!: Quali sono i punti fondamentali del programma per sostenere l’ecosistema delle startup e del imprese innovative italiane, quali sono le sue ambizioni per il futuro del nostro Paese?
Luigi Di Maio: Mi piace l’idea di ecosistema. Per noi il mondo delle startup e dell’innovazione è proprio come un insieme di interazioni in cui ogni azione ha effetto sui componenti di tutto il sistema, nessuno escluso: non solo sull’economia e la tecnologia, ma anche la cultura, la scuola, l’ambiente, ecc. L’effetto dell’innovazione è sulla qualità di tutta la nostra vita e sul livello di benessere della nostra società. In Italia ci sono esempi straordinari di startup innovative, che ho avuto modo di incontrare durante questi ultimi mesi di tour in giro per l’Italia. Il mio obiettivo e quello del M5S è solo uno: lasciare libero questo flusso di energie di innovatori e sostenerlo. Perché il problema, finora, è che la politica si è impegnata al massimo per impedire ai talenti di emergere e per mettergli tutti gli ostacoli possibili immaginabili, dagli adempimenti fiscali e burocratici folli, alle tasse. Oggi in media un piccolo imprenditore usa 45 giorni della sua vita lavorativa per gli adempimenti fiscali. Noi abbiamo fatto una prima proposta: aboliamo 400 leggi inutili, dallo spesometro, al redditometro, allo split payment, agli studi di settore.
E creiamo una Banca Pubblica per gli Investimenti, perché oggi avere credito dalle banche è diventata una mission impossible.