Inaugurato questa mattina il nuovo open space di Luiss Enlabs in via Marsala. E Marcegaglia ha annunciato l’apertura di una nuova sede milanese nel 2017
Se un punto di vista geografico si è spostato solo di pochi metri, da un punto di vista concettuale il cambio di sede di Luiss Enlabs dice tanto sulla crescita dell’acceleratore romano e dell’ecosistema di aziende e startup che ruotano attorno. Dalla sede di via Giolitti, Luiss EnLabs si è spostato ufficialmente da oggi nella nuova sede di via Marsala 29 h, passando praticamente da una facciata all’altra della Stazione Termini. Il nuovo spazio è molto più grande del precedente, ma soprattutto è più arioso, un open space di 5 mila metri quadri dove la luce abbonda e si riflette sui muri alti e bianchissimi dell’ala storica della stazione. Ma EnLabs guarda oltre i confini romani: la presidente Luiss Emma Marcegaglia, durante l’inaugurazione della nuova sede questa mattina, ha annunciato che nel 2017 verrà aperta un’estensione dell’acceleratore a Milano: si chiamerà Muhma o Milano Hub Makers.
Da Roma a Milano
Luiss Enlabs è nato nel 2013 dalla joint venture tra la holding LVenture Group e l’Università Luiss Guido Carli. Come ha sottolineato la presidente Luiss Emma Marcegaglia all’inaugurazione di questa mattina, nei suoi 3 anni di vita l’acceleratore è arrivato a comprendere 40 startup che hanno creato più di 500 posti di lavoro e attratto 20 milioni di euro da investitori esterni. “Da questa città e da questa Università parte una iniziativa che punta a conquistare Milano – ha detto Marcegaglia – nel 2017 lanceremo una estensione di Luiss Enlabs nel capoluogo lombardo: il Muhma, che sarà un laboratorio dedicato alla manifattura 4.0”.
Il riscatto della capitale “bistrattata”
Si vuole trasportare a Milano, un modello che su Roma si è rivelato vincente. Il merito è di chi ci ha scommesso. Luigi Capello, Ceo di LVenture Group e co-founder di Luiss Enlabs è stato accolto in modo molto caloroso questa mattina: gli startupper dell’acceleratore gli hanno fatto il “saluto islandese” che questi ultimi Europei di calcio hanno portato in auge. “Sono un po’ emozionato in questa nuova sede – ha detto Capello – siamo partiti in un appartamento piccolissimo, ma siamo riusciti a crescere molto. Siamo diventati un hub di contaminazione dove università e aziende creano un humus per fare crescere le startup.
Roma è una città bistrattata ma piena di persone che ci vogliono investire.
continua Capello: “E’ la città universitaria più grande l’Europa, siamo pieni di talenti e le startup, oggi, sono il gancio attraverso il quale le aziende possono innovarsi e noi ne ospiteremo sempre di più”. Per Capello, infatti, l’inaugurazione di oggi “non è un traguardo, ma un punto di partenza. Continueremo a crescere mettendo le startup in contatto con investitori e aziende”. Il Ceo di LVenture, infatti, ha sottolineato che 9 su 10 delle startup uscite dal programma di accelerazione hanno ricevuto investimenti da terzi e di come l’acceleratore attiri anche l’attenzione in ambito internazionale: “A fine giugno abbiamo organizzato un Investor Day a Berlino a cui hanno partecipato rappresentati di alcuni dei più grandi operatori di venture capital sul panorama europeo”.
Il peso delle corporate
Tra i partner di Enlabs ci sono Wind, Bnl, Accenture, Cisco. La crescita di un acceleratore, infatti, dipende anche dalle aziende che ci investono. Luiss Enlabs vuole diventare il punto di riferimento per tutte le corporate interessate all’open innovation, che puntano sulle startup per innovarsi internamente. “Per noi questa è una partnership strategica – ha detto Maximo Ibarra, amministratore delegato di Wind – Wind ha già costruito partnership commerciali che hanno arricchito i nostri servizi e sono convinto che nel prossimo futuro continueremo a fare scouting”. Secondo Marco Morchio, Managing Director Accenture Strategy per l’Italia, Grecia ed Europa centrale, “l’open innovation è una formula che giova sia all’azienda sia alle startup. La nostra presenza a Luiss Enlabs testimonia l’impegno di Accenture per avvicinare il mondo delle aziende agli startupper, avvicinare i due mondi e colmare il gap”. Marchio ha citato i risultati di un recente studio di Accenture, l’“Harnessing the Power of Entrepreneurs to Open Innovation”: secondo il rapporto, una maggiore collaborazione digitale fra le grandi aziende e gli imprenditori del G20 potrebbe far crescere la produzione economica globale di altri 1,5 trilioni di dollari, pari a un aumento del 2,2 % del pi mondiale.