L’Academy of Medical Royal Colleges, ha raccolto 40 «certezze mediche» che non sono così certe. Alcune delle nostre abitudini sono del tutto senza senso per la scienza. Eccole
Innovare e cambiare può voler dire anche rinunciare ad abitudini che davamo per scontate e che non hanno significato pratico, scientifico o anche medico. L’Academy of Medical Royal Colleges, che raccoglie i 21 college reali di medicina britannici, ha raccolto 40 «certezze mediche» che non sono così certe, e che almeno quattro dottori su cinque ammettono di suggerire solo per scrollarsi un paziente di dosso.
La lista, che potete leggere qui per intero, è curiosa e contiene di tutto. Per esempio:
- la flebo di fluidi endovena per chi ha fatto abuso di alcolici non aiuta a riprendersi meglio o più in fretta.;
- i problemi respiratori nei bambini di solito passano senza bisogno di alcun trattamento medico;
- l’acqua del rubinetto pulisce le ferite bene quanto le soluzioni saline.
Poi via via i consigli affrontano temi e situazioni sempre più serie.
- I farmaci per la pressione, per prevenire problemi di cuore o infarti sono da prendere in considerazione solo se esistono altri fattori di rischio.
- Non serve l’anestesia generale per operare le lussazioni.
- In vista di un intervento chirurgico, non serve andare un giorno prima in ospedale, se si seguono a casa le prescrizioni del chirurgo.
- E la chemioterapia, nei mesi finali di vita di un paziente, può fare più danni che altro.
Ma, come ha osservato Stuart Heritage sul Guardian, questo metodo dell’Academy of Medical Royal Colleges, può essere applicato anche ad altri ambiti della vita quotidiana, dove si possono senza problemi sottrarre altre 40 abitudini e certezze. Per esempio, prendiamo gli integratori di vitamina C.
Studi su studi hanno dimostrato che per chi non vive in terre ghiacciate o è sottoposto a un costante stress fisico, non servono a nulla. E non ci sono vere prove che il filo interdentale migliori l’igiene orale, come spiegato anche dalla British Dental Association lo scorso agosto.
Le «dosi fisse» giornaliere di acqua e verdure? Sono del tutto arbitrarie. Alcuni governi consigliano cinque porzioni di verdura al giorno, ma in Danimarca sono sei, in Australia sette. Basta mangiarne ogni giorno. Inoltre, le verdure in generale non vanno sbucciate, si perde la preziosa fibra della buccia.
E gli otto bicchieri d’acqua al giorno? È un luogo comune basato su una ricerca americana vecchia di almeno 70 anni, che non prende in considerazioni fattori fondamentali come l’altezza, il peso corporeo, il livello di attività fisica.
E, infine, anche gli amati pisolini: l’università di Tokyo ha rilevato che dormire un’ora di giorno tutti i giorni aumenti del 45% il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.