Mentre il Campidoglio latita due società asatiche lanciano il servizio free floating al centro (e non solo). Ma già si contano danni e furti
Mentre il Comune di Roma ancora latita sul progetto per il bike sharing, fallito miseramente diversi anni fa e mai rilanciato, ci pensano i privati. Pur fra mille difficoltà, come le bici rubate pochi giorni dopo l’avvio del servizio (e ritrovate al campo rom di via di Salone) o danneggiate poche ore dopo il via. In entrambi i casi è capitato con oBike, partito qualche settimana fa nel I e nel II municipio (villaggio olimpico, Parioli, Flaminio, Trieste, San Lorenzo), dunque al centro storico, in modalità free floating. Cioè, proprio come Mobike e OfoBike a Milano, a flusso libero: puoi prendere e lasciare il mezzo dove vuoi, all’interno dell’area coperta.
OBike da Singapore
Partita a Singapore lo scorso gennaio, la piattaforma si è prima espansa nel Sudest asiatico e successivamente altrove: in Australia, per esempio, è attivo a Melbourne, Adelaide e Sydney, nel Regno Unito a Oxford e poi Corea del Sud, Spagna, Austria. È approdata in Italia prima a Torino e poi a Roma, piazza totalmente sguarnita di simili servizi e certo città difficile (se non impossibile) per le due ruote. Come sempre, occorre scaricare l’app iOS o Android per ottenere un QR Code personale attraverso il quale si sbloccherà (e riattiverà) l’antifurto della bici. OBike costa 30 centesimi ogni mezz’ora e, come sempre, si potrà pagare con carta di credito o Pay Pal (cauzione 15 euro).
“Dopo Torino, abbiamo scelto Roma per dotare la Capitale del servizio innovativo di bike sharing free floating – ha spiegato qualche giorno fa Andrea Crociani, responsabile oBike Italia – anche alla luce delle ultime rilevazioni ambientali che, purtroppo, segnalano livelli di inquinamento molto elevati per tutte le città italiane, siamo convinti che i cittadini della Capitale siano molto sensibili al tema dell’inquinamento e della propria salute. Siamo i primi operatori a introdurre il servizio in città e a voler supportare l’amministrazione locale per promuovere una mobilità sostenibile, rivoluzionando la quotidianità degli spostamenti e favorendo, al tempo stesso, uno stile di vita sano”. A regime dovrebbero essere disponibili 1.200 bici.
Gobee.bike da Hong Kong
Ieri, in una sorta di febbre da free floating, ne è partito un altro. Si chiama Gobee.bike, è di Hong Kong e sta riscuotendo un certo successo anche in termini di round di finanziamento in giro per il mondo. Anche in questo caso il servizio è limitato al municipio I e, lasciando fuori il II, si espanda al IX, cioè Eur, Laurentino, Tor di Valle. In realtà, da un’analisi dell’app, risulta che anche altre zone siano servite, a cominciare dall’Appio-Tuscolano fino a Cinecittà. E se parcheggi la bici in certi punti precisi 90 minuti sono gratuiti.
Serve la solita applicazione dove individuare i mezzi da sbloccare col codice QR, che fa partire il tempo di utilizzo. Il costo è un po’ più elevato: 50 centesimi per 30 minuti. In questo caso bisogna stare attenti a lasciarle nei posteggi indicati per le biciclette o comunque nelle aree specificate dall’app, ovviamente dopo aver di nuovo bloccato il lucchetto antifurto con lo smartphone. “Le bici sono dotate di sensori e di un sistema di allarme integrato che permette a Gobee.bike di rilevare eventuali usi impropri o l’abbandono in luoghi non adeguati – ha spiegato Stefano Polimeno di Gobee.bike Italia – e per fare questo lavoro di monitoraggio e gestione del servizio abbiamo già assunto cinque ragazzi romani, tra i 20 e i 25 anni, distribuiti per zone, in modo tale da garantire sempre al meglio il servizio agli utenti, senza essere di intralcio alla città”. Già dislocati i primi 185 mezzi.