Il villaggio olimpico di PyeongChang si trasforma in una palestra per allenare i muscoli della cashless society. Si paga anche con un dito
In fin dei conti siamo tutti atleti olimpici: soggetti a viaggi sulle montagne russe, per emozioni e scoperte, quando la specialità in questione è trovarsi davanti a una cassa per pagare. VISA, sponsor dei Giochi da anni, ha trasformato le Olimpiadi in una sorta di laboratorio vivente sul tema dei pagamenti cashless. Noi che leggiamo ogni giorno di bitcoin e dell’Eldorado delle criptomonete, e che dall’altra parte sentiamo di piani che vorrebbero cancellare per sempre le monetine da 1 centesimo per adeguarci al resto del mondo che da tempo usa le carte di credito, riceviamo le notizie in arrivo da PyeongChang con un misto di meraviglia e di curiosità.
Cashless Olympics
In ogni città che ospita i Giochi, ma anche al museo olimpico di Losanna, l’unica carta di credito accettata è VISA. Una posizione dominante, molto poco olimpica nel riconoscere che anche gli altri possano partecipare, ma anche l’opportunità per provare sul campo, live, le novità che in materia di pagamenti si rincorrono quotidianamente.
A Rio, ad esempio, solo due anni fa furono distribuiti degli anelli ricaricabili che potevano essere utilizzati per pagare nei super-store dove sono in vendita i gadget legati ai Giochi. Da allora i pagamenti contactless si sono costantemente evoluti: appena sono diventate familiari le carte contactless che non devono nemmeno essere strisciate nei POS, basta appoggiarle, ecco che è scesa in campo la famiglia Doris a spiegarci, due generazioni unite, come utilizzare gli smarthphone per fare altrettanto.
In Sud Corea però fa molto più freddo che a Rio: così sono comparsi dei guanti speciali, con chip per effettuare il pagamento in coincidenza delle dita. Siamo arrivati addirittura ai soldi indossati per proteggerci dal freddo. E che i Giochi si svolgano in un paese che con la tecnologia ha un rapporto profondo e quotidiano ha permesso anche altro tipo di sviluppi ai tecnici VISA.
I guanti personalizzati, realizzabili sul posto, sono una raffinatezza. Ma ci sono anche dei pratici sticker, ne esiste una collezione intera da applicare su qualsiasi tipo di oggetto. Con la tentazione, per chi sta partendo per la Corea, di provare ad applicarli su carte diverse da una VISA.
Una vita a cinque cerchi
Alla fine la domanda è: quali sono gli aspetti quotidiani della vita che non interagiscono con i Giochi? Come già a Rio, anche in Corea uno dei partner del comitato organizzatore locale è Airbnb: alla faccia di chi dice che le Olimpiadi sono solo una grande speculazione edilizia. A Rio i Giochi regalarono alla città un nuovo parco mezzi, con bus dotati persino di WiFi a bordo. E a ogni edizione dei Giochi il comitato organizzatore è tenuto a sviluppare, per regalarlo alla città ospitante, un piano di sostenibilità perché diventi poi una pratica consolidata. Dopo PyeongChang, la mascotte olimpica potrà essere usata come mezzo di pagamento. Viene già il mal di testa al pensiero che tra due anni saremo a Tokyo…