Circa il 52% della popolazione degli Stai Uniti d’America detiene azioni in portafoglio per un valore medio di 75mila dollari. Lo scopo, nella maggior parte dei casi, è di ottenere il gruzzolo in grado di mantenere i lavoratori dal giorno della pensione in poi. Tutto ciò avviene negli States come naturale conseguenza all’assenza del sistema pensionistico pubblico. Secondo Alberto Sfolcini e Nataly Abrosimov, fondatori di OpenHedgeFund, l’Italia sta prendendo la stessa direzione.
Volenti o nolenti gli italiani dovranno far fronte alle difficoltà dell’Inps. Per tante persone è già così. “Il disastro finanziario iniziato nel 2008 e la conseguente insicurezza negli investimenti hanno fatto il resto – spiega Sfolcini a Smart Money – così è nata l’idea di OpenHedgeFund (startup finalista al CheBanca Grand Prix ndr. qui tutte le finaliste), una piattaforma dove decidere quali investimenti prendere ad esempio o simulare le proprie idee di portafogli”.
I nati negli anni ’50 sapevano che sarebbero andati a scuola, che dopo avrebbero trovato un lavoro e che lo avrebbero fatto per 35 o 40 anni. Dopodichè sarebbero andati in pensione. Per i loro figli non è più così e si dorvanno adattare “tuttavia non tutti hanno conoscenza del mercato e delle sue regole – continua Sfolcini -. La maggior parte di loro ha bisogno di imparare un po’ di finanza ma sono necessari degli strumenti che semplifichino questo processo. OpenHedgeFund sarà una piattaforma digitale con componenti social che permettano a tutti agli investitori di creare portafogli facilmente”.
Il prototipo partirà con le azioni dell’SeP 500 e Etfs poi vedremo di ampliarlo. “Il primo step – spiega Sfolcini – è quello di costruire una comunità e testare la piattaforma. L’idea è quella di lanciarlo sul mercato nordamericano e UK ma dopo il bootcamp di Chebanca ci siamo fatti ingolosire dal anche dal mercato italiano. È meno sviluppato ma ha anche meno competitors e grandi possibilità di crescita. Un diamante grezzo da lavorare”.
La piattaforma avrà anche aspetti social come la possibilità di dare opinioni sui vari portafogli. “L’importanza del crowd è determinante – commenta Sfolcini -. Gli utenti più attivi vogliono creare prodotto/servizio. Inoltre l’intelligenza collettiva è in grado di far emergere prodotti di valore”. Tra settembre e ottobre dovrebbe partire la fase di test di almeno 3 mesi, mille utenti sono già iscritti.
La scelta di democratizzare l’uso degli strumenti finanziare creando un interfaccia simile a quella di un videogioco manageriale sembra però trovare una non facile risoluzione per il modello di business “Si guadagna con una comunità estesa – spega Sfolcini -. La versione base sarà gratis e quella premium con canone mensile grazie alla quale sarà possibile avere anche i dati dei fondi di investimento oltre a molte altre funzioni. In un anno contiamo di arrivare intorno ai 10mila utenti”.