Dal 31 marzo non ci sono più scuse: secondo il Decreto legge 66 del 2014 tutte le pubbliche amministrazioni saranno obbligate ad adottare la fatturazione elettronica. Un cambio di passo deciso, dopo il coinvolgimento di 9mila enti risalente allo scorso giugno. A fine mese a doversi adeguare saranno più 21mila soggetti pubblici, per un totale di 38mila uffici. Da fine mese non ci sono più scuse. E oggi, lunedì 2 marzo, si prova ad affrontare la novità che coinvolge 135 miliardi di acquisti per 60 milioni di fatture l’anno (fonte: Politecnico di Milano) in modo costruttivo: al Tempio Adriano di Roma Digital Champions e l’Agenzia per l’Italia digitale organizzano il primo evento di formazione dei campioni digitali nostrani per dare supporto alle amministrazioni nella transizione al digitale. Il 9 marzo si replica con la formazione vera e propria dei rappresentanti delle Pa. In ballo, sono sempre i dati del Politecnico a dirlo, c’è un risparmio potenziale da 1,6 miliardi di euro all’anno, che potrebbero crescere di ulteriori 3 miliardi se la fatturazione elettronica si diffondesse nel 20% dei rapporti fra le imprese. Ad avere il dito premuto sul polso del cambiamento in atto sono le startup.
Fattura24 e Fatture in Cloud, nello specifico, sono le due giovani realtà che hanno anticipato la legge dando la possibilità agli utenti di digitalizzare fatture e scambi fra imprese, liberi professionisti e Pa. Entrambe hanno adottato negli ultimi mesi il formato e le caratteristiche richieste per permettere l’invio di fatture come da decreto. “Abbiamo implementato il servizio in settembre e sta andando molto bene. I dati che dimostrano il momento favorevole sono più di uno: abbiamo raggiunto 40mila partite Iva registrate e abbiamo assunto i primi due dipendenti”, spiega a SmartMoney Carlo Camusso, Ceo di Fattura24. Per dare il servizio di conservazione sostitutiva, ovvero l’archiviazione in digitale dei documenti in alternativa alla copia cartacea, la startup si è rivolta ad Aruba. Quando parla della novità in atto Camusso tradisce aspettative molto alte, sia per il suo portale per cui si attende una crescita del fatturato del 300% tra il 2014 e il 2015, sia per i suoi clienti. “I più contenti sono gli agenti di commercio: possono lavorare in cloud e dai dispositivi mobili. Per professionisti come loro si tratta di un cambiamento determinante”.
Il cambiamento per Daniele Ratti, fondatore e Ceo 22enne di Fatture in Cloud, è prima di tutto personale. Ci risponde dagli Stati Uniti mentre si trova alla Startup School di Mind The Bridge, dove sta trascorrendo 3 settimane dopo essersi aggiudicato la competizione itCup del Cnr di Pisa. “Supportiamo la fatturazione elettronica da mesi ormai. E nel 2014 il nostro fatturato ha superato i 100mila euro. Gli utenti del portale sono 30mila”, afferma. Ed entusiasta aggiunge: “Qui sta andando tutto molto bene, sarebbe bello in futuro potersi trasferire”. L’auspicio gli era sfuggito già lo scorso ottobre, quando lamentava la scarca risposta degli investitori nostrani: “Un portale analogo britannico nato nel 2009 e di dimensioni non più di 2 o 3 volte superiori al mio è stato valutato 30 milioni di euro: in Italia si va a vedere solo il fatturato, ma bisogna prendere in considerazione anche il trend di crescita e altri aspetti”. L’estensione dell’obbligo della fattura elettronica potrebbe cambiare gli equilibri, per aziende e pubbliche amministrazioni ma anche per le startup che hanno avuto la lungimiranza di investirci sopra.