Nei giorni scorsi è apparso su un blog sul mondo delle startup un post piuttosto allarmante: «Se fai un pitch in pubblico rischi l’arresto». Ecco perché è un blog senza senso
Nei giorni scorsi è apparso su uno dei tanti blog sul mondo delle startup un post piuttosto allarmante: «Se fai un pitch in pubblico rischi l’arresto». E come immagine l’incauto curatore aveva messo un bel paio di manette da reato penale. Diversi lettori ci hanno scritto in questi giorni chiedendoci di chiarire questo post, visto che riportava una legge dello Stato italiano per giustificare la tesi dell’arresto. Quindi, all’apparenza con un fondo di verità sostanziata dall’opinione di un legale, di cui però non si è fatto il nome.
Abbiamo cercato di chiarire la cosa con un avvocato, Ernesto Belisario, esperto di diritto amministrativo e delle nuove tecnologie. Belisario ci ha chiarito che la norma cui fare riferimento è il decreto legistlativo 58 del 1998 che definisce le sollecitazioni di investimento come «ogni offerta, invito a offrire o messaggio promozionale, in qualsiasi forma rivolti al pubblico, finalizzati alla vendita o sottoscrizione di prodotti finanziari».
«Non si parla quindi, nè potrebbe essere altrimenti» spiega Belisario, «di ogni generica attività con la quale si ricercano soci o investitori. Inoltre, la disciplina sulla sollecitazione all’investimento non si applica quando l’offerta è indirizzata agli investitori qualificati, anziché al pubblico dei risparmiatori». E ancora, a conclusione delle falsità riportate in quel post, «c’è da aggiungere che la sollecitazione all’investimento in violazione delle norme di legge non è punita penalmente, ma solo con sanzione amministrativa (art. 191)». Niente manette né arresto, dunque. Fine della storia.
Arcangelo Rociola
@arcamasilum