“La Brexit non ci preoccupa: Revolut mantiene la sua visione globale. Dopo l’Europa andremo presto negli Stati Uniti, poi in Canada, Giappone e Singapore”. Il country manager per l’Italia George Thomson – toscano di nascita con l’accento ancora vivido – ha raccontato a StartupItalia! alcune delle principali fasi di crescita di questa app con sede a Londra. Inaugurata nel 2015 come una sorta di travel card, che permetteva transazioni in un’altra valuta al cambio più conveniente, Revolut si è evoluta diventando una piattaforma per diverse operazioni bancarie eseguibili tutte su smartphone. Nessuna filiale, nessuna sede. L’obiettivo l’ha riassunto Thomson: “Vogliamo diventare l’Amazon dei servizi finanziari: in un settore saturo di app puntiamo a offrirne una su cui si può fare di tutto, dagli acquisti online fino al trading”.
Di Revolut vi avevamo parlato agli esordi, quando l’app cofondata dai giovani startupper russi Nikolay Storonsky e Vlad Yatsenko puntava principalmente a un target di giovani viaggiatori a cui proporre una carta per pagamenti possibili in quasi cento diverse valute. Pochi mesi fa il valore di questa startup è arrivato a 1,7 miliardi di dollari. “Siamo cresciuti perché il nostro piano era proporre una banca smartphone based – ci ha detto Thomson – I nostri competitor sono sia le altre app del mondo smart payment che gli istituti bancari tradizionali”.
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Sono più di tre i milioni di utenti iscritti a Revolut, un’app che ha inaugurato i suoi servizi in Gran Bretagna per poi presentarsi in gran parte dei paesi europei nel giro di pochi anni. Se le transazioni sono sempre state possibili in tutto il mondo, finora la piattaforma permetteva di aprire un conto soltanto a chi aveva una residenza in Europa. “Nel 2016 la nostra USP (Unic Selling Proposition, ndr) era il cambio valuta”, ma come ha commentato il country manager per l’Italia George Thomson questa offerta poteva essere ampliata in una Europa già omogenea dal punto di vista monetario. “In paesi confinanti con la zona euro, Polonia e Romania ad esempio, ci siamo accorti che Revolut veniva usata non soltanto da chi si spostava per lavoro, ma anche per gli acquisti e-commerce”.
Revolut in Italia
Sono circa 50mila gli utenti che hanno un conto aperto su Revolut. “In Italia abbiamo diversi competitor, ma dobbiamo confrontarci anche con il legame ancora forte con il denaro contante”. Una prima misura che il country manager Thomson ha preso è stata quella di tradurre in italiano l’intera app. “Se nei paesi nordeuropei l’inglese – la lingua originaria di Revolut – non spaventa le persone che utilizzano la app per fare un bonifico, in Italia abbiamo preferito offrire un servizio che fosse il più chiaro possibile per i clienti”. Ma visto che il mercato europeo ha già dato diverse soddisfazioni – solo a Londra ci sono un milione di utenti – i piani di Revolut guardano a Stati Uniti, Canada, Australia, Singapore e Nuova Zelanda dove l’app dovrebbe andare online nei prossimi mesi.