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La parabola di crescita è costante e l’ultimo step apre orizzonti finora inediti per Revolut, una delle banche digitali europee in grande ascesa, che ha raccolto 500 milioni di dollari di finanziamento (equivalenti a poco più di 460 milioni di euro) toccando la valutazione di 5,5 miliardi di dollari. Una mossa che rende la piattaforma finanziaria fondata nel 2005 dagli ex banchieri Nick Storonsky e Vlad Yatsenko (il primo si occupava di investimenti in Credit Suisse, il secondo in Deutsche Bank) una delle realtà fintech con il maggior potenziale, anche perché gli investimenti – arrivati nel complesso a 836 milioni di dollari – sono frutto della vendita di nuove azioni, quindi di investitori che conoscono bene il business aziendale.

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Questione di numeri

Il grande passo arriva dopo una crescita continua e costante di una società che conta su più di 10 milioni di utenti al mondo e su un’attività rilevante, poiché in quattro anni e mezzo di attività ha processato oltre 1 miliardo di transazioni per un valore vicino ai 130 miliardi di dollari. Per i fondi a caccia di nuove imprese, il miglior biglietto da visita sono l’aumento dei clienti e le scelte finanziare mirate all’espansione dell’azienda: concetti che tradotti in numeri passano dal +169% alla voce nuove utenti, al +380% di quelli attivi ogni giorni, fino al +354% per i ricavi. Senza dimenticare l’impennata registrata l’anno scorso (+154%) riguardo la scelta dei clienti di account Premium e Metal (che rispetto al profilo standard gratuito costano, nell’ordine, 7,99 e 13,99 euro al mese, poiché offrono maggiori servizi in confronto al conto base, come il cambio valute illimitato, lo stock trading senza commissioni, l’assicurazione medica all’estero, prelievi da bancomat gratuiti fino a 400 e 600 euro, l’accesso alle lounge aeroportuali per voli in ritardo di almeno 60 minuti e l’assicurazione sui bagagli in volo.

 

Gli obiettivi

Il nuovo finanziamento permetterà a Revolut di imboccare una strada per continuare a crescere concentrando le attenzioni per l’anno in corso sulla profittabilità e sull’aumento dell’utilizzo quotidiano degli account. Per riuscirci, gli inglesi si focalizzeranno sulla customer experience e sul rafforzamento dell’offerta nei mercati esistenti, tra i quali merita una citazione d’obbligo l’Italia e, in particolare Milano. Il nostro paese è stato scelto come quartier generale per il Sud Europa, con il capoluogo lombardo che con la guida di Elena Lavezzi sarà la base delle operazioni per penetrare nei mercati di Spagna, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro, Slovenia e Croazia. Nei piani a medio termine della tech company ci sono i servizi di credito per utenti retail e business, l’estensione dei conti deposito con tassi di interesse vantaggiosi al di fuori del Regno Unito e il lancio delle operazione bancarie in Europa. Traguardi da raggiungere anche investendo sull’organico, destinato a crescere rispetto agli oltre 2.000 dipendenti attualmente sotto contratto.

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Progetto ambizioso

A guidare il round di investimento è stato il fondo americano TCV che, nei 13 miliardi di dollari piazzati finora su aziende pubbliche e private, ha fiutato l’affare scommettendo sul successo delle varie Airbnb, Facebook, Spotify, Expedia, LinkedIn, Netflix. Per capire il motivo che ha spinto il gruppo a investire su Revolut bastano le poche parole di John Goran, General Partner di TCV: “Hanno creato una customer experience eccezionale che va oltre quanto offerto dalle banche esistenti, perciò vogliamo supportare il team verso la costruzione di una delle aziende di servizi finanziari più grandi al mondo”. Concetto, quest’ultimo, cui mira Revolut, come sottolineato dal Ceo Nik Storonsky: “La missione è costruire una piattaforma finanziaria globale, con un’unica app attraverso cui gli utenti possano gestire tutti gli aspetti finanziaria quotidiani”.