Square ha deciso di muovere i primi passi nel business dei prestiti. La società nota per il suo servizio di mobile Pos ha lanciato Square Capital: un servizio di denaro in prestito, un modo semplice, per le piccole medie imprese e in particolare per i commercianti che utilizzano il registratore di cassa Square Register.
Recentemente le indiscrezioni avevano parlato di perdite per oltre 100 milioni di dollari registrate nel 2013 per la società di Jack Dorsey (ne avevamo parlato qui). Il Ceo per diversificare il business ha così pensato a questo servizio dedicato alle piccole imprese che stanno affrontando un momento difficile e che fanno fatica a ottenere capitali dagli istituti di credito. Una nuova strada che, visto il difficile momento economico e la sempre più alta richiesta di micro-prestiti, potrebbe davvero diventare un business particolarmente redditizio per Square.
Il servizio al momento è rivolto solo ai commercianti che utilizzano Square Register, il registratore di cassa di Square, e questo permette all’azienda statunitense di prendere decisioni su se e quanto prestare ai merchant basandosi sui dati storici di vendita del negozio che riducono quindi per Square il rischio di non “rientro” dal prestito.
Ecco come Square Capital funzionerà, in modo semplice e più rapido dei tradizionali percorsi per ottenere il credito e con una percentuale del 14% di costo addizionale. Un’ulteriore differenza rispetto ai canali tradizionali risiede nel fatto che Square non definisce le tempistiche entro quando il prestito va restituito. Square si aspetta di rientrare mediamente in 10 mesi, ma non sono previste sanzioni qualora si andasse oltre quel termine.
La vera rivoluzione risiede nel fatto che i merchant ricevono il denaro entro 24 ore e il prestito viene ripagato automaticamente, con una tariffa fissa applicata quotidianamente sugli acquisti perfezionati con carta. In altre parole, se gli esercenti non ricevono pagamenti tramite carta e il loro Square Register non registra transazioni, questi non sono tenuti a restituire il denaro prestato. Un modello interessante, quindi, ma anche rischioso. Come ogni vera innovazione, del resto.