In un giorno accumulato ritardo su 13mila veicoli
Gli attacchi informatici sono tra le materie più scivolose. Si conosce il bersaglio, l’entità dei danni può essere anche sottostimata (solo il tempo potrà dirlo) e sulla stampa troppo spesso il colpevole viene già dato per certo. Nella fattispecie, da giorni si parla di un presunto attacco informatico russo che ha colpito Toyota, la più grande casa automobilistica al mondo. La multinazionale giapponese, come è stato ricostruito dai giornali, è stata costretta a bloccare la produzione dopo che uno dei suoi fornitori, Kojima Industries, aveva subìto un incursione di criminali informatici. Il tempismo della vicenda, a pochi giorni dall’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Putin, ha legittimamente suggerito che i due eventi potessero essere correlati. Nelle ultime ore la Reuters ha dato aggiornamenti su questo capitolo della cyber guerra: da domani, mercoledì 2 marzo, Toyota riavvierà la produzione.
Toyota ha già fatto una prima stima del danno subìto con l’attacco informatico di settimana scorsa. In un solo giorno ha ritardato la produzione di 13mila veicoli. Per inquadrare la presenza capillare dell’azienda in Giappone, vi basti pensare che nel paese Toyota conta 14 stabilimenti dove dà lavoro a 70mila dipendenti: in pratica, un terzo della capacità produttiva globale del gruppo si regge su questa rete. Al momento non ci sono ulteriori dettagli sull’accaduto.
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Come ricorda Startmag, il modello di produzione di Toyota – il celebre just in time – ha dovuto confrontarsi con le contingenze attuali in cui i cyber attacchi rappresentano uno dei tanti gravi problemi. Il mondo dell’industria, soprattutto quella legata ai chip e ai semiconduttori, fa infatti i conti da mesi con la crisi di approvvigionamento. Per una notizia sulla cyber guerra che riguarda un gigante come Toyota, ce ne sarebbero centinaia che ogni giorno toccano le piccole medie imprese: il problema è toyo anche in Giappone dove a essere esposte sono attività meno strutturate e con poche risorse per proteggersi.
Come ha ricordato il Financial Times, i vertici del governo giapponese non hanno escluso che nell’attacco a Toyota siano coinvolti criminali informatici russi. Nel paese in molti si ricordano altri attacchi analoghi di questa nuova cyber guerra: nel 2020 è stata coinvolta CapCom, una delle più importanti software house al mondo (ha l’IP di Resident Evil); lo stesso anno era toccato anche a Honda, costretta a bloccare la produzione di alcuni suoi mezzi.