Colpire la Germania, o meglio l’industria automobilistica tedesca, per sfruttare il peso di Berlino in Europa affinché convinca Bruxelles a rivedere i dazi sulle auto elettriche cinesi. Sembra essere questa la strategia di Pechino, almeno secondo quanto riferito dall’agenzia statale Xinhua.
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Pechino prepara dazi sulle auto Ue
Il dipartimento finanziario del ministero del Commercio ha discusso oggi l’aumento delle aliquote dei dazi con i rappresentanti dell’industria automobilistica nazionale: nel mirino veicoli con motori superiori a 2,5 litri esportati dall’Europa alla Cina.
Nel 2023 tale categoria ha piazzato nel Paese asiatico 196.000 unità, in aumento dell’11% su base annua, secondo i dati della China Passenger Car Association, mentre nei primi quattro mesi del 2024 l’export di veicoli di grossa cilindrata dall’Europa alla Cina è stato di 44.000 unità, in calo del 12% sull’analogo periodo del 2023.
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Le spedizioni di auto dall’Ue alla Cina sono state alla base lo scorso anno di un giro d’affari da 19,4 miliardi di euro con il Dragone che rappresenta circa il 30% delle vendite delle case automobilistiche. Solo la Germania con l’esportazione di veicoli con motori da 2,5 litri o superiori ha fatturato 1,2 miliardi di dollari nei primi mesi dell’anno, secondo le Dogane cinesi.
Secondo le stime di Rhodium Group il comparto messo nel mirino di Pechino vale qualcosa come 18 miliardi di dollari e vede la Germania pesare per il 36% delle esportazioni dal Vecchio continente al gigante asiatico, seguita dalla Slovacchia con il il 20%.