C’è sempre più difficoltà a reperire professionisti specializzati e con competenze digitali sufficienti. Il Rapporto Excelsior 2018 di Unioncamere a Anpal
Insegnanti di lingue, analisti e progettisti di software, specialisti di saldatura elettrica, agenti assicurativi, elettrotecnici: per le imprese, quasi 6 su 10 di queste professioni sono difficili da trovare. A dirlo è il Rapporto Excelsior 2018 di Unioncamere a Anpal, che mette nuovamente in evidenza il problematico incontro tra la domanda di lavoro espressa dalle imprese dell’industria e dei servizi e l’offerta presente sul mercato.
Le professioni difficili da trovare
Si stenta a trovare addetti soprattutto nelle regioni settentrionali, dove il mercato del lavoro è più competitivo ed efficiente.
Anche al Sud, però, dove i tassi di disoccupazione sono più che doppi rispetto al Nord, le difficoltà di reperimento riguardano comunque circa un lavoratore su cinque, e anzi per alcuni gruppi professionali sono maggiori nel Mezzogiorno che in altre zone del paese.
La difficoltà di reperimento media del 26% sale addirittura nel caso dei giovani. Del milione e 267mila contratti per i quali le imprese si sono dette orientate preferibilmente verso gli under 30, il 28% è ritenuto non facile da trovare, con punte del 62% per gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, del 45% per i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione e del 43% per gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche.
Tra i primi 30 profili difficili da reperire, 19 riguardano professioni tecniche nell’ambito industriale (elettrotecnici, tecnici elettronici, tecnici meccanici) e nell’ambito dei servizi (agenti assicurativi, tecnici programmatori, agenti immobiliari). Nella filiera dell’elettronica e informatica si concentra una significativa richiesta di figure non facilmente reperibili sul mercato a diversi livelli di specializzazione (ingegneri elettrotecnici, analisti e progettisti di software, elettrotecnici, tecnici elettronici, installatori, manutentori e riparatori di apparecchiature informatiche, specialisti di saldatura elettrica). L’utilizzo del digitale e dei linguaggi e metodi matematici e informatici sono fattori essenziali per più di una assunzione su due. In particolare, il possesso di competenze digitali viene richiesto a quasi il 60% delle figure professionali, ma la competenza è richiesta con grado elevato al 62,5% delle professioni specialistiche, al 58% dei dirigenti, al 53,9% delle professioni tecniche e al 49% degli impiegati.
La capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici viene ritenuta necessaria invece per il 51% delle entrate programmate. Le quote più rilevanti in termini di richiesta di grado elevato si riscontrano per i 51,3% delle entrate dei dirigenti e per il 50,3% di quelle di professioni specializzate. A seguire le professioni tecniche (37,5%) e gli impiegati (29,1%). Minore incidenza (36,3%) ha invece la ricerca di profili professionali capaci di applicare tecnologie “4.0”. Questa competenza viene richiesta – con grado elevato – al 31,8% delle assunzioni di professioni specialistiche, al 31,4% di dirigenti e al 24,2% delle professioni tecniche. Particolarmente alta è poi la quota di figure per cui è stata indicata come necessaria l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. Questa indicazione si riferisce a quasi l‘80% delle entrate programmate, con una scarsa variabilità tra i grandi gruppi professionali (con un massimo del 90% per i dirigenti e con un minimo del 73% per le professioni non qualificate).