Secondo i dati del portale Eures della Commissione Europea siamo anche il Paese meno desiderato da chi cerca lavoro
Siamo il Paese che invia più curricula per cercare lavoro all’ estero e allo stesso tempo l’Italia è la nazione meno desiderata dai giovani stranieri che cercano occupazione. Basterebbero questi due dati, forniti dalla statistica del portale Eures della Commissione Europea, per capire come siamo messi, quali sono le condizioni della nostra economia e la capacità attrattiva che abbiamo.
Il sito della mobilità professionale europeo è una rete di cooperazione per facilitare la libera circolazione dei lavoratori all’interno dello spazio economico, a cui partecipa anche la Svizzera. Fra i partner della rete ci sono servizi pubblici per l’impiego, sindacati ed organizzazioni dei datori di lavoro. Eures dispone di un rete di più di 850 consulenti che ogni giorno sono in contatto con persone alla ricerca di un impiego e datori di lavori in tutta Europa. I dati raccolti sono fondamentali per comprendere come si muove il mercato del lavoro.
Una fotografia impietosa che non lascia spazio a molti commenti. Bastano i dati per capire. Partiamo dai primi numeri. Siamo i primi in classifica con 30.918 candidati alla ricerca di un impiego. Dopo di noi c’è la Spagna (26.067 cv inviati), la Croazia (8694 cv), la Romania e il Portogallo con 8.164 persone pronte a prendere la valigia. Da notare anche la disparità dei numeri tra Italia e Spagna e le altre nazioni.
Tanto per rendere l’idea l’ultimo Paese in lista è la Bulgaria con 4.281 cv. Al contrario guardando le località più desiderate l’Italia finisce in fondo alla classifica: solo 27.481 sono coloro che hanno inviato curricula per cercare lavoro nel BelPaese rispetto ai 42.898 candidati che cercano impiego nel Regno Unito; 40.433 in Germania; 36.171 in Svizzera. Interessante guardare anche la classifica delle imprese a caccia di nuovi addetti: la Germania guida la classifica con oltre 1033 annunci di ricerca, seguita dal Regno Unito che è alla ricerca di 375 lavoratori e la Spagna con 254 richieste.
L’Italia si piazza al settimo posto (154 annunci). Si tratta di un mercato che guarda soprattutto al settore del turismo e della ristorazione visto che si cercano caposala, gestori di ristoranti, addetti alla ricezione alberghiera e camerieri. E’ altrettanto evidente che per uscire dal Paese serve sapere le lingue: tedesco, inglese e ungherese sembrano essere essenziali. La mobilità professionale degli italiani sembra essere animata dalla mancanza di lavoro a casa propria ma anche dalla possibilità di avere uno stipendio più alto.
Il fenomeno riguarda soprattutto la ricerca transfrontaliera. Eures svolge un ruolo particolarmente importante in queste aree: in Europa ci sono oltre 600.000 persone che vivono in un Paese e lavorano in un altro e devono affrontare pratiche nazionali e sistemi giuridici diversi. Esse possono incontrare quotidianamente ostacoli amministrativi, giuridici o fiscali. Numeri che corrispondono a volti, soprattutto di giovani laureati, destinati a emigrare in altre parti d’Europa per poter lavorare: un cambiamento culturale che riguarderà sempre più i nostri giovani che non conoscono confini.