Tra le proposte, quella di istituire un’Agenzia nazionale per l’occupazione volta a promuovere il legame tra giovani e scuola e di introdurre una “Patente speciale” per formare chi fa impresa
Dare un supporto a tutti i soggetti che si affacciano all’attività imprenditoriale. Questo l’obbiettivo del decalogo, un vero e proprio manifesto programmatico, pensato per aiutare i giovani imprenditori a fare impresa, così da “indicare una strada il cui percorso sia tutto da tracciare sulla base delle idee e proposte provenienti proprio dalla giovane imprenditoria, mediate con le conoscenze e i dati esperienziali di chi da anni vive con cognizione di causa il mondo del lavoro in Italia”, fanno sapere da Conflavoro.
Segue il manifesto stilato da Conflavoro PMI per aiutare i giovani imprenditori a fare impresa.
1 Giovani e territorio
Si rende necessaria l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione e lo sviluppo che sia punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro e che, soprattutto, sappia analizzare e individua- re le esigenze caratteristiche delle aziende di un dato territorio e collabori con gli istituti scolastici, le università e le imprese nel formare le nuove ge- nerazioni attraverso percorsi di qualificazione professionale, imprenditoriale e non.
2 Rapporti con il mondo della scuola
Per Conflavoro PMI, si legge nel Manifesto, è fondamentale sviluppare il rapporto dei giovani con il territorio e la cultura locale già in età scolare. I territori vanno valorizzati e all’interno di ogni area la sinergia tra imprese, istruzione e istituzioni deve portare a studiare percorsi che siano capaci di introdurre in azienda ragazzi con professionalità contingenti le caratteristiche produttive tipiche dell’area. Conflavoro PMI sta fortemente spingendo per promuovere tutte le forme di inserimento dei giovani frequentanti le scuole in ambito aziendale. In quest’ottica la Confederazione sta promuovendo accordi convenzionali con gli istituti scolastici al fine di facilitare l’ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro mediante i percorsi sanciti e disciplinati a norma di legge. La Confederazione auspica altresì che venga maggiormente implementata l’agevolazione di per- corsi quali quelli del cosiddetto sistema duale, dell’apprendistato scuola-lavoro e dell’apprendi- stato per la qualifica e il diploma professionale, nonché le varie forme di tirocinio a oggi regolamentate.
3 Patente imprenditoriale
Acclarato il valore formativo di tale esperienza, Conflavoro PMI Giovani Imprenditori auspica un intervento del Legislatore per abbassare i costi aziendali soprattutto nella parte contributiva, favorendo dunque un più proficuo inserimento del- le nuove generazioni in azienda. Partendo dall’assunto che fare impresa è un’attività oggi difficile e complicata, per la quale dunque servono preparazione, formazione e specifica conoscenza settoriale, l’istituzione di una patente (che possiamo anche definire “abilitazione”) con- sentirebbe ai soggetti che decidono di fare impresa di avere più solide basi cognitive ed un fondo realistico di ciò che vanno a sviluppare ed affrontare. Ci riferiamo alla necessità di avere una forma- zione specifica in materia economica, di bilanci aziendali, di marketing, di gestione del persona- le, di sicurezza sul lavoro, possedendo inoltre la piena consapevolezza del mercato di riferimento per non incorrere in clamorosi errori di valutazione sull’approccio all’apertura di un’attività.
4 Educazione alla sicurezza sul lavoro
Conflavoro PMI crede fermamente che l’apporto dei professionisti alle aziende sia fondamentale e che anzi debba essere implementato, ma chi fa impresa deve avere una migliore e più specializzata conoscenza di ciò che voglia dire. Riteniamo che la Patente imprenditoriale potrebbe essere rilasciata sia attraverso la costituzione di uno o più ordini professionali, sul modello di quelli presenti appunto in ambito professionistico, oppure direttamente curata dalle istituzioni a livello regionale, mediante appositi corsi per gli aspiranti imprenditori che si concludano, dopo una formazione specifica, nel superamento di un esame. Conflavoro PMI sostiene da sempre la doverosità di massima attenzione in tema di sicurezza sul lavoro in ogni compagine aziendale, sviluppando – mediante le proprie Unioni Territoriali – professionalità di massimo livello in grado di supporta- re e assistere le imprese in merito. È necessario sensibilizzare al massimo l’assoluta doverosità, giuridica e morale, affinché i giovani imprenditori non si sottraggano mai al rispetto delle norme sul- la sicurezza sul lavoro, affidandosi a professionisti del settore di chiara garanzia e mai diminuendo l’impegno verso il rigoroso rispetto delle regole vigenti.
5 Formazione
4.0 e transizione tecnologica 4.0 Il concetto di miglior efficienza in tale ambito deve essere collegato a principi quali la deburocratizzazione ed ad una più stretta attinenza tra il dato normativo e le necessarie prassi applicative nelle imprese italiane che devono essere il frutto della concreta esperienza di chi opera professionalmente nel comparto. In questo senso i giovani imprenditori saranno parte attiva nel sensibilizzare il Legislatore su quanto necessario in materia. Per Conflavoro PMI Giovani Imprenditori si rende necessario un rafforzamento degli investimenti relativi alla Formazione 4.0, ma soprattutto si dimostra improrogabile un concreto sostegno all’avvio di un ampio processo culturale in ambito di digitalizzazione, al fine di accelerare e rendere comprensibile la trasformazione tecnologica del- le imprese agli stessi soggetti diretti interessati. Solo il 42 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni, infatti, possiede perlomeno competenze digitali di base (56% in Ue) e solo il 22 % dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (31% in Ue). In detta fascia d’età, dunque, rientra- no anche i c.d. ‘nativi digitali’, i quali si affacciano a un mercato europeo del lavoro e imprenditoria- le che già presenta una digitalizzazione maggiore rispetto all’Italia (20a su 27 nel Desi – Indice digitalizzazione dell’economia e della società) e devono, peraltro, far fronte a un gravoso digital divide non solo con l’esterno, ma anche entro i propri confini nazionali a causa della disomogeneità delle infrastrutture digitali tra Nord e Sud Italia. Capitolo, anche quest’ultimo, che Conflavoro PMI Giovani Imprenditori chiede di riscrivere in toto già nel triennio 2022-2024, con maggiori investimenti da reperire dai fondi PNRR ed europei ordinari.
6 Deburocratizzazione
Sotto il profilo della transizione tecnologica 4.0, Conflavoro PMI Giovani Imprenditori sostiene inoltre la necessità che il Governo renda struttura- le il sostegno economico pubblico per l’acquisto di nuovi Beni strumentali 4.0, tornando a prevedere percentuali di credito d’imposta in linea con quelle del biennio 2020/21, periodo spartiacque per la digitalizzazione in Italia. In particolare, è necessario che il credito d’imposta per i soggetti che effettuano investimenti in Beni strumentali fino a 2,5 milioni di euro sia riconosciuto nella misura al- meno del 40%. Pari valore deve essere riconosciuto al capitolo inerente all’incentivazione di R&S. Capitolo strettamente correlato a una necessaria digitalizzazione e semplificazione massiccia del- la Pubblica amministrazione. Ancora oggi – nonostante le migliorie introdotte fin dalla Legge 241/1990 atta a concretizzare i principi di trasparenza, pubblicità, imparzialità e responsabilità della P.A. – per chi fa impresa risulta spesso complicato raggiungere una immediata comprensione degli iter burocratici e ottenere la celerità applicativa degli stessi.
7 Defiscalizzazione e decontribuzione
Sicuramente serve aumentare la capacità della P.A. di essere soggetto facilitatore dell’attività imprenditoriale, agevolando anche economica- mente ogni forma di implementazione delle conoscenze informatiche in chi fa impresa in una logica di comune percorso di crescita. Conflavoro PMI Giovani Imprenditori chiede dunque una più incisiva azione del Ministero della Funzione Pubblica al fine di allineare semplificazione a garanzia del rispetto delle norme, con le conseguenti migliorie per tutto il sistema economico. Un intervento di aiuto economico in termini di de- fiscalizzazione e decontribuzione appare quanto mai necessario in favore di chi avvia un’impresa, evidenziando Conflavoro PMI come tali fattispecie possano essere maggiormente devolute a favore di chi abbia preventivamente seguito percorsi di idonea formazione. Un aiuto economico che non deve essere trasversale ma mirato ai giovani che hanno sviluppato percorsi formativi tali da farli es- sere pronti all’impresa che compiono ed ai quali è data ampia possibilità di conoscere ed attingere alle risorse finanziarie di natura interna o Europea. Ciò vuol dire promuovere un’impresa con cogni- zione di causa, preparata e supportata allo sviluppo in ogni ambito. Non si deve dare assistenza ma dare competenza e si deve favorire l’impresa del giovane dove la stessa sia il risultato di un progetto che abbia concrete basi di conoscenza, competenza ed appunto formazione.
8 Accesso al credito
La pandemia da Covid-19 ha avuto e sta tutto- ra avendo ricadute economiche/finanziarie che coinvolgono la maggioranza delle imprese italiane e, in particolare, le MPMI e la relativa filiera, con conseguenze gravi sotto il profilo dell’incremento generalizzato dei costi e, contestualmente, del decremento dei consumi. Per le aziende, un circolo vizioso il cui epicentro principale è da rinvenir- si nelle ripercussioni socio-economiche derivanti dal lockdown di inizio 2020: affitti arretrati, costi fissi non calmierati a dovere, commesse da salda- re, carenza di materie prime, esportazioni blocca- te, carico fiscale solo rimandato. Una lunga serie di concause scaturite fin dal principio in una corsa del tessuto imprenditoriale all’accesso al credito che, se da un lato (ma solo parzialmente) è stata agevolata dalla normativa emergenziale naziona- le, dall’altro (nei rapporti diretti tra aziende e banche e istituti di credito) ha riscontrato non poche difficoltà nei tempi e nel buon esito. Alla luce del nuovo e improvviso fabbisogno finanziario delle aziende italiane, Conflavoro PMI è sempre stata in prima linea nel filo diretto con Go- verno e Commissioni parlamentari al fine di accrescere il sostegno celere delle istituzioni al tessuto imprenditoriale, anche mediante accordi specifici con le associazioni bancarie.
Parallelamente, la Confederazione ha sottoscritto una serie di partnership con banche e istituti di credito ponendosi come anello di congiunzione tra l’impresa, l’istituto bancario e la società di intermediazione finanziaria per accelerare l’erogazione di mutui, finanziamenti, leasing, incentivi, bonus. Una consulenza, quella facilitata dal dipartimento Finanza e Credito di Conflavoro PMI, che non ha solo l’obiettivo di arginare il problema e soddisfare velocemente le richieste delle aziende, ma soprattutto l’obiettivo di creare una diversa opportunità per progettare più agevolmente il ri- lancio e lo sviluppo del tessuto imprenditoriale.
9 Finanza agevolata per Business plan
Per le giovani imprese senza bilanci pregressi in grado di permettere la richiesta di accesso al credito bancario, Conflavoro PMI propone il riconoscimento di finanziamenti agevolati, basati sulla progettualità imprenditoriale, coperti da garanzia pubblica al 90% attraverso il Fondo di Garanzia e la rimanente parte, concessa a fondo perduto, sotto forma di credito di imposta cedibile. La Confederazione intende così incrementare – mediante sinergia tra Pubblico e Privato – le possibilità di sviluppo di progetti potenzialmente rilevanti per la crescita produttiva e tecnologica del Paese. Soggetti beneficiari della proposta contempla quali potenzialmente tutti i titolari di Partita Iva e le imprese in stato di attività, indipendentemente dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito d’impresa. I progetti da presentare, la cui regolarità dovrà essere asseverata da professionisti abilitati, potranno già prevedere le modalità, i tempi e i costi di realizzazione, oltreché la stima dei relativi impatti positivi di carattere economico, ambientale e sociale.
10 Rapporto dialogico e plurale con enti e istituzioni
Ogni soggetto che entra a far parte di Conflavoro PMI Giovani Imprenditori diviene protagonista di una logica di crescita non solamente in termini economici individuali, poiché vuole innanzitutto essere un comune punto di riferimento per tutti i ragazzi che vogliano fare impresa e, verso l’esterno, vuole da subito entrare in un confronto dialettico con le istituzioni che sia fatto di rispetto dei ruoli, analisi e studio delle situazioni, presentazione di programmi e progetti che facciano della concretezza e dell’iniziativa giovanile il loro punto di forza. Non bisogna vedere nella politica e nelle altre forze sindacali soggetti con cui non relazionarsi, anzi è doveroso avere la voglia di confrontarsi sulla base delle conoscenze acquisite e fare della gioventù un dato proattivo di sviluppo, non temendo la discussione ma trovando proprio nel dialogo ulteriori strumenti di crescita.