La piazza del 3 ottobre scorso contro l’abbordaggio della Global Sumud Flotilla non doveva essere convocata. Non senza preavviso. Perché in Italia si può scioperare senza preavviso solo «nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori».

E così la Commissione di garanzia sugli scioperi ha deliberato l’apertura di un procedimento di valutazione del comportamento nei confronti delle organizzazioni sindacali proclamanti, ovvero Cgil, Usb, Cub, Sgb, Cobas, Cib Unicobas e Cobas Sardegna che avevano chiamato a raccolta nelle strade i lavoratori per manifestare il dissenso contro l’abbordaggio delle navi della Global Sumud Flotilla da parte della marina militare israeliana interrompendo la navigazione della spedizione umanitaria in acque internazionali.
Il preavviso non ci sarà stato, ma i lavoratori erano accorsi in massa: 300mila persone nel centro di Roma, 50mila a Genova, 20mila a Bari e ancora 10mila da Udine a Trieste. Da Nord a Sud si erano tenute oltre 100 manifestazioni contro l’ennesima violazione del diritto internazionale da parte del governo israeliano di Benjamin Netanyahu. Un solo grido lungo tutta la Penisola, isole comprese: «Stop al Genocidio, siamo tutti Global Sumud Flotilla».
Per gli organizzatori due milioni di persone, per il Viminale neanche 400 mila. Netto il giudizio del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «C’è una guerra politica da parte della Cgil verso il governo? Credo che da qualche tempo la Cgil lo dica anche espressamente, non guerra politica ma insomma un appello alla rivolta sociale».
Che succede ora ai manifestanti pro Global Sumud Flotilla?
Tornando all’oggi, il Garante potrebbe valutare la sospensione dei permessi sindacali retribuiti ovvero i contributi sindacali comunque trattenuti dalla retribuzione, ovvero entrambi, per la durata dell’astensione. Inoltre, le organizzazioni potrebbero esser sospese dai tavoli delle trattative per un periodo di massimo due mesi dalla cessazione del comportamento (quindi dalla data dello sciopero). Infine i contributi sindacali trattenuti sulla retribuzione potrebbero esser devoluti all’Inps.
La replica dei sindacati
«L’Usb ha ritenuto che l’assenza di azioni per fermare il genocidio da parte del governo italiano e la mancata difesa dei nostri concittadini della Global Sumud Flotilla, illegalmente arrestati da Israele, si configurino come una aperta violazione del nostro dettato costituzionale e che, pertanto, il ricorso allo sciopero, senza il rispetto dei dieci giorni di preavviso, rientri perfettamente dentro una corretta interpretazione del citato articolo di legge», la risposta a stretto giro di una delle sigle sotto esame del Garante.
«Sulla Flotilla della ‘fermezza e della speranza’ inoltre, erano imbarcati diversi lavoratori e lavoratrici, e l’azione di sciopero si è configurata anche come finalizzata alla tutela della loro integrità fisica», viene inoltre sottolineato dai rappresentanti dei lavoratori, che poi sferzano l’esecutivo di Giorgia Meloni: «Ma, al di là dei termini puramente giuridici della questione, è chiaro che si è messa in moto una operazione per colpire le sigle. Facciamo pertanto appello a tutti i lavoratori e le lavoratrici che quel giorno hanno scioperato a sostenere le ragioni di legittimità dello sciopero, inondando di messaggi di protesta la casella di posta della Commissione, [email protected] (è giusto scioperare contro i complici del genocidio)».
Esulta Salvini
Sul fronte opposto esulta il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini che esprime in merito «soddisfazione» per la scelta dell’Autorità preposta. L’agitazione del 3 ottobre si sovrappose allo sciopero generale dei treni causando ulteriori disagi. Da ministro dei Trasporti, dopo la dichiarazione di illegittimità da parte della Commissione di garanzia, avrebbe potuto precettare. Non l’ha fatto, aveva spiegato, per «dare una chance, un segnale di dialogo in un momento delicato e provare ad abbassare i toni e chiedere il rispetto del lavoro».
Nelle ore immediatamente precedenti allo sciopero per la Global Sumud Flotilla il vicepremier leghista aveva portato in Consiglio dei ministri una proposta di revisione della legge del 1990, per «aggiornare tempi, modi e chiedere pesanti sanzioni, non 1.000 o 2.000 euro, a chi sciopera illegalmente».
La missione di pace della Global Sumud Flotilla è naufragata mestamente di fronte alle coste di Gaza tre settimane fa, ma l’impressione è che lo scontro politico continuerà ancora a lungo, lasciando sullo sfondo la condizione dei palestinesi.

