Tra sovrapposizione degli orari e passione globale il Mondiale di Russia 2018 ha influenzato le nostre giornate lavorative e la nostra produttività. Ma c’è chi ci guadagna: la FIFA incasserà 3 miliardi di dollari in diritti tv
“Caro Mondiale, quanto mi costi?” e non in termini di delusioni o anni di vita per un gol all’ultimo minuto, ma di ore lavorative. Sì, perché secondo i calcoli per via delle sovrapposizioni di orari delle partite e turni lavorativi in diverse grandi città del mondo il Mondiale di Russia 2018 ha avuto concrete conseguenze sulla produttività dei dipendenti.
Zabivaka, la mascotte di questo Mondiale russo
Come dargli torto, in fin dei conti? Noi italiani lo sappiamo bene fin dai tempi di Fantozzi: quando gioca la Nazionale tutto il resto passa in secondo piano. Soprattutto il lavoro.
Lavoro o partita?
“Ci sono alcuni paesi e villaggi del Brasile che non hanno una chiesa, ma non ne esiste neanche uno senza un campo di calcio”, così scriveva Eduardo Galeano. Non c’è allora da stupirsi che i tifosi carioca non si perdano una partita della loro nazionale. Quest’anno però sono stati particolarmente sfortunati.
A causa del fuso orario, infatti, la Seleção ha giocato la maggior parte delle partite quando a Rio de Janeiro era primo pomeriggio. La città brasiliana è infatti la prima al mondo per stima di ore lavorative andate perse, ben 64 e 30 minuti.
I datori di lavoro a Londra (terzo posto con 36 ore di sovrapposizioni) si sono salvati, anche se non dubitiamo che pure loro siano felici di aver raggiunto la . Un po’ meno lo saranno stati quelli di New York (seconda con 64 ore), ma fosse stato football americano invece che semplice football sarebbe andata molto peggio. Conoscendo i gusti del pubblico negli States e la loro passione per il Super Bowl.
Diritti tv e introiti
In fin dei conti, pochi eventi sportivi catturano l’attenzione come la Coppa del Mondo FIFA fa ogni quattro anni. Grazie alla natura veramente globale di questo sport, miliardi di persone seguono le partite rendendolo l’evento molto redditizio sia per il Paese che lo ospita che per l’organizzazione dietro di esso.
© Ratao Diniz
Secondo l’ultimo rapporto finanziario, l’introito previsto per la vendita dei diritti tv di questo Mondiale (compresi i gironi di qualificazione) è di 3 miliardi dollari. Per fare un confronto, l’edizione in Brasile del 2014 è stata trasmessa in 207 territori in tutto il mondo per un totale di 98 mila ore di trasmissione portando nelle casse della FIFA circa 2,5 miliardi.