Il decreto legge su quota 100 per le pensioni e reddito di cittadinanza slitta. Arriverà, forse, intorno alla metà di gennaio. Se non alla fine. Intanto, però, circolano bozze e indiscrezioni sul modo in cui funzionerà il cosiddetto “RdC”, sui requisiti necessari, sulle soglie Isee e sui coefficienti di moltiplicazione per i nuclei famigliari e anche sul lato attivo del provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle. Cioè il modo in cui le persone in cerca di occupazione e beneficiarie del reddito potranno trovare un impiego. Il percorso che dovranno seguire e i vantaggi per le imprese, che potranno assorbire – qualora assumeranno una persona in pianta stabile – il residuo del reddito che questa percepiva.
A questo proposito, sembra ormai certo che sarà introdotta – per alcuni “paracadutata” – nei centri per l’impiego una nuova figura. Quella, per il momento ancora un po’ enigmatica, del “navigator”. Sarà un tutor che dovrà farsi carico del beneficiario, guidarlo verso la scelta dell’occupazione, un po’ come accade in analoghe situazioni, per esempio in Germania. Questa nuova figura è stata annunciata dal vicepremier Luigi Di Maio all’inizio di dicembre e poi, in effetti, sembra essere rimasta nel quadro generale del progetto che va definendosi fra palazzo Chigi e i ministeri competenti.
Curiosa anche la questione del nome: “navigator”, in inglese, non significa nulla rispetto all’ambito in cui sarà usato in Italia. Vuol dire, infatti, “navigatore”, “ufficiale di rotta”. Forse, dal punto di vista del M5S, l’ispirazione è proprio quella: una persona che aiuti gli altri a trovare la propria strada. Tutor, forse, avrebbe dato l’impressione di un rapporto sbilanciato per chi beneficerà della sua consulenza.
Dovrebbe essere una figura che seguirà il percorso di reinserimento nel mondo del lavoro, a cavallo fra formazione e orientamento. Ce ne vorranno tanti. Tantissimi, visto che la platea potenziale del reddito tocca quasi i 5 milioni di soggetti per un totale di 1,3 milioni di nuclei famigliari. Eppure, per il momento visti i fondi messi a disposizione dalla legge di bilancio (per il momento 250 milioni di euro), si partirà con le prime assunzioni: 4.500 persone fra 2019 e 2020. Nei piani, dovrebbero essere molte di più.
Chi li assumerà?
Come noto, la legge di bilancio ha bloccato le assunzioni nella pubblica amministrazione con alcune eccezioni. Per questo i navigator dovranno essere assunti da Anpal Servizi Spa, una controllata al 100% dell’Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro che ha sede al ministero dello Sviluppo economico ed è una società pubblica di diritto privato, dunque è esterna ai paletti decisi col blocco del turnover della Pa.
Con che contratti saranno assunti?
Appare impossibile, e questa è in effetti una contraddizione in termini, che chi dovrà cercare un lavoro (magari stabile) ai disoccupati possa essere assunto in pianta stabile. Non fosse perché l’Anpal, unico contenitore in grado di assorbire questi specialisti dell’orientamento, ha esaurito ogni margine di manovra in merito ai contratti, nel senso che ne ha già in pancia troppi a tempo determinato (100 a termine e 530 co.co.co. a fronte di 400 indeterminati). Dovrebbe prima stabilizzare gli altri e poi i navigator, che quindi in prima battuta andranno a rinfoltire le schiere dei precari.
Come funzionerà la procedura di assunzione?
Non ci sarà un concorso. D’altronde, volendo varare il reddito per aprile non ce ne sarebbe il tempo. I navigator saranno assunti con procedure più snelle, che Anpal Servizi può garantire, inviando il proprio curriculum vitae e poi sostenendo un colloquio. Sui requisiti vige ancora il mistero, si pensa che debbano essere profili legati all’orientamento nel mondo del lavoro quindi con un passato nelle risorse umane, nel mondo del recruiting (per esempio in agenzie interinali), nella psicologia del lavoro, nell’impresa e così via.
Come saranno pagati?
Su questo non c’è alcuna certezza. L’unica cosa chiara, stando alle dichiarazioni dello stesso Di Maio, è che una quota del loro compenso sarà stabilita “in base al numero delle persone orientate”. Bisognerà dunque capire se in virtù delle persone seguite, quindi con un parametro puramente quantitativo, o in base a quelle effettivamente piazzate al lavoro. Dunque anche in base all’efficacia del proprio lavoro di tutorato.