Grazie al software, chi scatta durante le manifestazioni sportive risparmia tempo e monetizza più velocemente il proprio lavoro
“Il tempo è denaro” recita un noto detto. Utilizzando l’app “Pica”, i fotografi di eventi sportivi risparmiano tempo e monetizzano più velocemente. In che modo? Online.
La giornata-tipo lavorativa di un fotografo sportivo inizia scattando le foto durante la competizione. Poi, le importa sul PC; seleziona le migliori, le rielabora, e, infine, le spedisce al mittente, il quale, a sua volta sceglierà le preferite e retribuirà il lavoro. Con Pica, tutto questo tempo trascorso post-evento viene annullato.
Come funziona Pica
“La nuova app, al momento utilizzata da fotografi di eventi sportivi e outdoor, lavora grazie al riconoscimento di un codice. Prima dell’inizio della gara, ad ogni partecipante viene fornito una sorta di “QR code”, in formato adesivo, da apporre sulla cannottiera, oppure stampato direttamente sulla pettorina o su un indumento facilmente visibile – spiega Manolo Martini, founder di Pica, insieme a Daniele Lazzara ed Enrico Minotti – Durante la gara, il fotografo scatta le foto, poi, tramite connessione wifi, o manualmente, inserendo la scheda di memoria nel PC, l’app le processa”.
Pica riconosce gli atleti grazie al codice e consegna loro le fotografie direttamente sul proprio smartphone. Tutto avviene in pochi istanti, cosicché entro la fine della gara tutti gli scatti sono già recapitati ai destinatari.
Grazie all’attivazione del sistema di notifica push, l’atleta viene informato sulla disponibilità delle foto. Successivamente, selezionerà quelle di suo interesse e procederà al pagamento online. “Il tutto, nel completo rispetto della normativa sulla privacy, in quanto ogni partecipante può visionare, scegliere e comprare soltanto le foto che lo ritraggono”, sottolinea Martini.
Vantaggi per fotografi e atleti
“Oltre a beneficiare di un notevole risparmio di tempo, il fotografo, una volta finita la competizione, non dovrà più trascorrere l’intera giornata, e le successive, a lavorare, ma il suo compito si esaurirà con l’esaurirsi della gara. Meno tempo impiegato e meno stress accumulato anche grazie alla sezione a lui dedicata, tramite la quale può controllare comodamente da casa l’andamento delle vendite”, evidenzia il fondatore. Inoltre, il fotografo può pubblicizzare il suo brand sulle foto, per la condivisione sui social network; sull’adesivo di riconoscimento apposto sulla pettorina del concorrente; tramite inserimento del brand nei banner pubblicitari o nelle notifiche push.
L’atleta ha la possibilità di ottenere un riscontro immediato della propria performance. Può scegliere al momento quale foto acquistare e quale no, senza dover attendere le lunghe tempistiche post-competizione. Tramite il pagamento online può ottenere immediatamente il materiale di proprio interesse.
Un’app made in Italy che pensa in grande
“Da poco abbiamo iniziato a lavorare anche in Nuova Zelanda e Australia. Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti, anche se ci sentiamo in continua evoluzione – racconta Martini – L’app, lanciata lo scorso novembre, conta già 104.000 utenti registrati online ed oltre 30.000 pacchetti foto acquistati”.
In Italia, Pica copre tutti i grandi eventi sportivi nazionali, i cosiddetti “top events”, di corsa, ciclismo, triathlon, tra cui la Maratona di Roma, e presto sarà in grado di processare anche video. L’idea di questa app nasce, curiosamente, durante una gara. “Ogni domenica mattina ci trovavamo io, l’ingegnere Lazzara ed il designer Minotti a seguire le corse in cui gareggiava la moglie di Daniele. La cosa curiosa è che l’ingegnere è un antisportivo, e ci chiamava per avere un po’ di compagnia mentre guardava la moglie correre. Chiacchieravamo sempre di lavoro – spiega Martini – fintanto che, un bel giorno, si è illuminata la lampadina e ci è venuta l’idea di Pica”.
I tre founder, romagnoli di 36, 37 e 38 anni, hanno esperienza decennale nei propri campi di competenza: Lazzara come ingegnere, Minotti da designer e Martini nel marketing e nello sviluppo. Minotti e Lazzara, dopo il licenziamento nell’azienda dove lavoravano, hanno messo su una propria realtà, convogliata in Origami Lab srl; la società dietro a Pica. Martini, invece, proviene da un differente percorso, prima da presentatore televisivo RAI, poi come manager di contenuti editoriali per diverse multinazionali, infine la voglia di costruirsi una propria azienda. Pica sta ampliando i propri orizzonti e punta a diventare una solida realtà nel mercato europeo, oltre a quello australiano, neozelandese ed americano.