In collaborazione con |
Gli utenti anonimi rappresentano il 98% dei visitatori del tuo sito? C’è la possibilità di raccogliere informazioni anche su di loro
Che la profilazione sia importante è un concetto chiave del marketing digitale. Conoscendo il pubblico a cui ci rivolgiamo siamo in grado di creare contenuti validi, capaci di veicolare il messaggio e che abbiano, quindi, migliori probabilità di “andare a segno”. Tali contenuti devono, infatti, non solo informare, ma spingere gli utenti a compiere l’azione desiderata: iscrizione alla newsletter, acquisto di prodotti/servizi, e questi sono solo alcuni esempi.
Profilare correttamente gli utenti permette quindi alle aziende di innescare un circolo virtuoso, tra cui l’importanza di creare cluster di clienti cui indirizzare una comunicazione personalizzata.
Gli esempi di questa strategia sono molteplici. Pensiamo ad Amazon e Netflix: questi due colossi hanno entrambi fatto della profilazione degli utenti e dell’analisi dei dati che potevano ricavare dalla loro navigazione l’elemento chiave delle rispettive strategie aziendali.
Profilare gli utenti anonimi per il content marketing
Ma se la strategia vincente è comunicare in modo diretto con gli utenti dopo averli profilati, come si fa a riconoscerli?
Sappiamo che il 98% degli utenti che visitano i siti aziendali lo fanno in anonimo. Questo vuol dire che non riusciamo a generare lead: potenzialmente la loro attività sul sito o sui canali di front end non lascia tracce, quindi il loro customer journey resta “oscuro”.
Per risolvere questo problema è possibile adottare un DAM Intelligente. Grazie alle potenzialità e all’applicabilità di questo strumento, che integra nativamente la Content Intelligence, la profilazione degli utenti anonimi non rappresenta più un’incognita.
La Content Intelligence riesce infatti a ricavare gli interessi degli utenti dalla loro navigazione sui nostri canali e questo vale per tutti i contatti, noti e ignoti. Inoltre, fornisce dati qualitativi sulle performance dei nostri contenuti aziendali.
Da questi dati i team di marketing possono ricavare preziosi insight per curare la produzione editoriale con contenuti che maggiormente interessano e appagano gli utenti, identificando topic e trend. Qualora l’utente anonimo decida di palesarsi, la Content Intelligence (previo consenso informato) riesce a recuperare i dati di navigazione e procedere alla profilazione sfruttando lo storico raccolto in forma anonima fino a quel momento.
THRON, lo strumento migliore per profilare gli anonimi
Grazie al modulo Content Intelligence, THRON – che è un DAM Intelligente – riesce a restituire al suo utilizzatore dati sugli interessi degli utenti anonimi (viene registrato l’ID). Il tutto è presentato sotto forma di dashboard di facile consultazione per monitorare le performance dei contenuti.
Questo strumento è integrabile con il CRM per cui, quando l’utente decide di palesarsi rilasciando i propri dati (magari con la sottoscrizione a una newsletter), le interazioni con i contenuti pubblicati si completano con lo storico dei dati raccolti quando l’utente era ancora anonimo.
Possiamo quindi compiere una sorta di “archeologia” della navigazione, con cui è possibile affinare le strategie editoriali e alimentare le iniziative di Marketing Automation.
E sapendo che gli utenti anonimi rappresentano il 98% dei tuoi visitatori, sfruttando questo bacino potresti aumentare il tasso di conversione del tuo sito in maniera estremamente interessante.