Ridaje! trasforma gli homeless in giardinieri urbani, puntando su un innovativo modello di business che coinvolge i cittadini. E lancia il suo crowdfunding
Conciliare business e responsabilità sociale è ormai una necessità: ci sono realtà che già lo fanno, ed è questa la strada da seguire. E’ stato questo il filo conduttore della tavola rotonda che venerdì 13 luglio a Villa Blanc, sede romana della LUISS Business School ha introdotto e presentato Ridaje!, startup sociale nata dal lavoro contaminante di ricercatori, imprenditori e studenti.
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Alla base di Ridaje!, un approccio di business empowerment modellizzato in una recente pubblicazione di ERSHub di Luiss Business School e il supporto per il gardening del vivaio urbano universitario Minima Urbania.
Non charity ma lavoro
“Il crowdfunding di Ridaje!,che da oggi è attivo sul sito, consentirà di partecipare a una prevendita dei servizi di giardinaggio che mettiamo a disposizione. Quello che offriamo, quindi, è lavoro in cambio del sostegno economico: alla base c’è un modello di business sostenibile, non charity”: Lorenzo Di Ciaccio, CEO di Pedius e tra i co-founder di Ridaje!,introduce così la raccolta fondi attiva sul sito della startup. Insieme con lui, Sara Del Vecchio- Communication and Marketing Specialist Pedius–, Luca Mongelli– Coordinatore Scientifico ERSHub-, Marcello Di Paola- Docente LUISS Guido Carli e Fondatore Minima Urbania- e Ahmed Abdel Rahman, CEO di Elysium.
Nata sulla base di un modello di impresa studiato, validato e funzionante, Ridaje! Ha raccolto inizialmente 20mila euro- “quanto ci occorreva per garantire uno stipendio per un anno a due persone, il tempo che ci occorreva per capire se poteva funzionare”, continua Di Ciaccio. Ora punta a sostenersi autonomamente aprendosi al mercato e cedendo quote ai cittadini, in una città come Roma in cui i senzatetto sono circa 8mila e le aree verdi del Comune che non godono dell’adeguata manutenzione sono circa 44 milioni di mq.
Ridaje!, una rete di imprese per una rete inclusiva
Per fare questo, Ridaje! può già contare sul sostegno di una rete di enti e imprese in grado di contribuire a diversi livelli. Da Made in Carcere, la cooperativa creata da Luciana Delle Donne, che impiega detenute per la produzione di accessori di moda – e il modello da cui è partita la ricerca di Mongelli-, a Legambiente, che, attraverso le parole di Alessio Di Addezio, dell’Ufficio Economia Civile, offre supporto nella mappatura delle aree da riqualificare e per il contatto sul territorio.
Entrambi presenti, insieme con i founder di Ridaje!, alla tavola rotonda moderata da Francesco Rullani, direttore ERSHub LUISS: con loro, Eugenio La Mesa, docente di imprenditoria sociale alla John Cabot University; Leonardo Becchetti, Professore ordinario Economia Politica Università Tor Vergata e Annachiara Moltoni, Responsabile Sviluppo e Sostenibilità di ELIS NGO.
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Insieme per dire che è possibile un’economia inclusiva, in cui business e impatto socio-ambientale si sostengono a vicenda invece di contrapporsi, come conclude Mongelli: “Creare una nuova identità basata sul lavoro nei soggetti emarginati, e un sistema economicamente sostenibile che permetta loro di ambire a un futuro diverso, con un beneficio anche per la collettività. Ridaje! sta dimostrando che si può fare”.