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15% di produttività in più, 20% in meno di assenze e meno 30% sui costi di gestione degli spazi. Lo Smart working è una sfida operativa e culturale che sembra offrire molti vantaggi, anche grazie a strumenti integrati che fanno del cloud la loro carta vincente
Da qualche anno si fa un gran parlare di smart working, termine che indica il ripensamento “intelligente” delle modalità con cui si svolgono le attività lavorative in modo da restituire alle persone flessibilità e autonomia.
Visto così sembrerebbe un processo di trasformazione complesso, dato che farebbe leva sull’intera cultura aziendale. E lo sappiamo tutti che i cambiamenti spaventano. I cambiamenti frenano.
Ma quanto ci conviene? Andiamo a vedere insieme i risultati resi noti a ottobre 2018 dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano. Quella che emerge è una panoramica incredibilmente positiva in termini di performance delle persone e dell’organizzazione.
Si parla del 15% in più di produttività, del 20% in meno di assenteismo, di risparmi sui costi di gestione degli spazi fisici del 30%. E non solo, la cosa più importante è la soddisfazione dei dipendenti (il 39% contro il 18%) che riescono a garantirsi un maggiore equilibrio casa-lavoro. E se i dipendenti sono i migliori brand ambassador… abbiamo detto tutto.
Questo è un treno in piena corsa, solo in Italia il numero degli smart workers sta aumentando in maniera esponenziale (480mila, il 12% degli occupati che potrebbero farlo) ed è già realtà nel 56%delle grandi imprese.
Come tutte le rivoluzioni, ad innescarla è stata la tecnologia, che ha offerto gli strumenti idonei per poter lavorare senza che sia richiesta la presenza fisica in ufficio.
Ma, come dicevamo prima, spesso nel management aziendale si incontrano delle resistenze. Eppure, le organizzazioni devono riuscire ad evolversi e crescereper poter stare al passo con le sfide del mercato, come qualsiasi organismo adattivo.
Non pretendiamo di avere la scienza infusa, ma esiste una soluzione tecnologica che, per via della sua facile implementazione e per la scalabilità delle sue risorse, garantirebbe il passaggio a questo nuovo modello organizzativo in maniera assolutamente rapida e indolore. Parliamo del DAM Intelligente.
Un DAM intelligente per il lavoro intelligente
Se noi pensiamo che per lo smart working è richiesta una disponibilità continua e “ubiqua” delle risorse aziendali (dati e infrastruttura) la risposta è il cloud che, tra l’altro, sta sorpassando le infrastrutture IT tradizionali.
Non è richiesta infatti alcuna esperienza tecnica e manutentiva perché gli aggiornamenti vengono gestiti dal service provider del cloud (ad es. Aruba, AWS o Microsoft Azure) e si paga solo il consumo reale (pay-per-use). Senza contare che un servizio in cloud è scalabile, può incrementare o diminuire le prestazioni offerte in base alle richieste specifiche. In una parola si adatta all’andamento del business, adeguandosi e aderendo alle necessità.
Tutte queste caratteristiche appartengono al DAM (Digital Asset Management) Intelligente, che viene nativamente progettato su una tecnologia cloud elastica.
Il report Deloitte “The digital workplace: Think, Share, Do. Transform your employee experience” ha individuato otto classi tecnologiche e relativi obiettivi per realizzare l’empowerment digitale necessario al lavoro “smart”. Ma il DAM Intelligente da solo li soddisfa. Perché dunque rivolgersi a più tool quando ne basta uno?
All I need: THRON
Vediamo quali sono le esigenze riportate da Deloitte per poter lavorare in maniera “smart” e quali le caratteristiche di THRON, che è un DAM Intelligente, che si prestano ad esaudirle:
- Messaging, poter comunicare velocemente con i colleghi
- Productivity, riuscire a svolgere in maniera più efficiente il proprio lavoro
- Collaboration, poter collaborare agevolmente con i colleghi e con i partner
- Communication, riuscire agarantire la condivisione delle informazioni e il publishing interno
- Business applications, essere in grado dipermettere l’accesso in autonomia alle applicazioni online
- Crowd sourcing, poter aiutare a raccogliere idee, input, progetti dai dipendenti
- Connectivity, riuscire aindividuare facilmente gli “owner” del progetto all’interno dell’organizzazione
- Mobility, poterconsentire l’accesso da remoto, lontano dal posto “fisico” di lavoro
Il motore semantico di THRON riesce a classificare automaticamente qualsiasi tipo di contenuto (video, audio, immagine, gallery, docs, 360 Product Views, docs, html) e questa razionalizzazione operata dall’AI abilita una gestione centralizzata e una facile recuperabilità delle risorse tramite stringhe di ricerca.
In questo modo i processi di creazione, arricchimento, approvazione e pubblicazione digitale di tutti gli asset digitali avvengono in maniera condivisa, dato che la piattaforma permette la creazione di flussi di lavoro in cui è possibile assegnare specifici permessi di accesso e modifica dei contenuti ai diversi stakeholders (non solo dipendenti, ma anche partner esterni).
Oltre ad avere sempre sott’occhio l’intero ciclo di vita del contenuto con la possibilità di tracciare tramite funzionalità di Audit le varie azioni compiute (chi ha fatto cosa), chi ha gli accessi alla piattaforma può comunicare a piacere con gli altri tramite la messaggistica istantanea interna.
Condividere e recuperare informazioninon è mai stato così semplice. A beneficiarne è soprattutto la produttività, dato che avviene tutto all’interno della piattaforma e si evita la creazione di silos di dati tra i vari team aziendali.
Non dimentichiamo, inoltre, che THRON è facilmente integrabile con le soluzioni tecnologiche preesistenti, per cui anche da remoto si riesce a verificare tranquillamente l’andamento del proprio business. Ed è ospitato su cloud, per cui le risorse sono accessibili tramite username e password da qualsiasi dispositivo connesso alla Rete.
THRON è uno strumento che non può assolutamente mancare nel bagaglio delle aziende che vogliono fare smart working! Poi, a voler aggiungere una salsa speciale, si può attivare anche il modulo Content Intelligence che restituisce metriche in tempo reale su come stanno performando i contenuti pubblicati.