La competizione ideata dal Politecnico di Milano, PoliHub e Deloitte per rafforzare il trasferimento tecnologico della ricerca, sviluppare nuova imprenditorialità e promuovere soluzioni innovative
Se cercate una direzione per il vostro talento, un supporto per attribuire valore e concretezza alle vostre idee trasformandole in progetti di business, dovreste appassionarvi, e soprattutto partecipare a Switch2Product: il programma ideato da PoliHub che valorizza le idee tecnologiche e di business di studenti, ricercatori e docenti del Politecnico di Milano.
L’edizione di quest’anno è arricchita dal format “Innovation Challenge” di Officine Innovazione di Deloitte e dalle idee di consulenti professionisti. L’obiettivo è rafforzare il trasferimento tecnologico della ricerca, sviluppare nuova imprenditorialità e promuovere soluzioni innovative di business.
Warm-up Lab
Il periodo della call Switch2Product, che si chiuderà il 4 giugno, è stato scandito dall’appuntamento con i Warm-up Lab, sessioni interattive di contaminazione della durata di 4 ore aperte a tutti gli interessati a Switch2Product Innovation Challenge. L’obiettivo è quello di favorire la creazione di team misti (Politecnico di Milano e Deloitte) attraverso un percorso strutturato e guidato dai facilitatori della S2P. I partecipanti possono mettere in pista le proprie skill ed entrare a far parte di un team, oppure cercare competenze specifiche per poter sviluppare la propria idea.
I requisiti necessari per affermarsi sono diversi, tuttavia in questa fase iniziale risulta fondamentale riuscire a pensare fuori dagli schemi, trovare idee dal valore differenziale elevato, possibilmente (ma non necessariamente) inedite. Una buona idea o una valida tecnologia deve essere in grado di apportare innovazione nel mercato in cui è inserita, che sia essa innovazione di prodotto o di servizio. I partecipanti dovranno avere un’idea chiara del mercato dove vogliono inserire la loro innovazione. Capire chi è l’utente/cliente è uno dei principali ingredienti per un progetto vincente. E’ inoltre molto importante non focalizzarsi sui problemi nelle prime fasi, ma essere in grado creare idee senza pregiudizi e senza ostacoli mentali.
Per trasmettere le motivazioni, i requisiti necessari e le prime impressioni di coloro che in queste settimane hanno deciso di avvicinarsi al progetto e alla competizione, abbiamo raccolto le esperienze di Lorenzo Fort e Michele Roverselli, entrambi partecipanti ai Warm-up Lab. Ecco come hanno risposto.
Plasma, uno strumento per la progettazione industriale
“Sono Lorenzo Fort, Designer del Prodotto Industriale, laureando magistrale in Design del Prodotto per l’Innovazione al Politecnico di Milano. Nell’ambito del Warm-up Lab ho presentato il mio progetto di tesi denominato “Plasma”, ovvero uno strumento che sia in grado di migliorare la progettazione industriale e di conseguenza il lavoro di tutte quelle figure professionali che necessitano di realizzare modelli tridimensionali virtuali dei loro prodotti. Nel concreto trattasi di una nuova interfaccia di realtà aumentata per la creazione e visualizzazione di geometrie tecniche virtuali contestualizzate nell’ambiente reale come ologrammi. E’ un metodo in fase di progettazione, che permette a chi è addetto ai lavori di ottimizzare le tempistiche nell’approccio alla modellazione e la connessione fra i diversi attori che agiscono nel processo progettuale”.
Perché hai deciso di presentare la tua idea a S2P e cosa cercavi quando hai deciso di partecipare ai Warm-up Lab? Quali erano le tue aspettative ed esigenze?
“La scelta di aderire ai Warm-up Lab è scaturita dalla necessità di definire meglio il mio progetto sotto diversi punti di vista professionali, necessari ad uno sviluppo complessivo dell’idea, volta ad una possibile finalizzazione di mercato. Volevo confrontarmi con esperti di settore, tecnici informatici, esperti di strategie di marketing, e consulenti per lo sviluppo del modello di Business”.
Che vantaggi hai tratto dalla partecipazione al Warm-up Lab per lo sviluppo della tua idea?
“Il Warm-up Lab mi ha aiutato sicuramente ad avere una visione complessiva sulla mia idea, che in precedenza poteva essere carente in alcuni aspetti strategici per la mia visione di progettista. L’esperienza professionale di personaggi eterogenei e l’utilizzo di strumenti di supporto per la focalizzazione sul funzionamento e sui dettagli strategici del mio modello di business, mi hanno fatto capire come contestualizzare al meglio la mia proposta nel mercato attuale delle idee”.
Quali sono i prossimi step del progetto?
“Per l’efficace sviluppo della mia idea necessito di definire al meglio il target di riferimento, e come soddisfare correttamente un bisogno tecnico che va ad inserirsi in un contesto già esistente, apportando quindi tutti quei miglioramenti che ritengo necessari e che rappresentano il vero valore dell’idea. Tutto il processo dovrà essere affiancato da uno sviluppo tecnico della componente tecnologica per la creazione di un prototipo necessario alla verifica pratica, al quale verranno apportate modifiche progressive in base ai riscontri evidenziati con gli utilizzatori finali. Ultima fase di sviluppo sarà quella di trovare la formula corretta per portare il progetto sul mercato e, trovare eventualmente i migliori partner e sponsor”.
In definitiva, perché pensi che la tua idea abbia “una marcia in più” per concretizzarsi ed affermarsi?
“Io ritengo che il mio progetto, nato come studio in una dimensione accademica, abbia tutte le caratteristiche necessarie per affermarsi come reale proposta innovativa nel contesto delle aziende. Una delle ragioni più importanti che mi ha spinto a proporre la mia idee è stata l’osservazione degli ambienti di progetto e il riscontro reale dal mondo professionale. Inoltre per le dinamiche di cambiamento nell’approccio alla tecnologia e l’evoluzione dei processi tecnico/progettuali penso che la mia proposta sia valida per rispondere alle necessità dei metodi di progetto attuali e di proporre degli ottimi sviluppi a nuovi possibili scenari”.
Cosa è mancato alla tua idea fino ad oggi per affermarsi?
“Il mio progetto è ancora in fase di sviluppo e di conseguenza fino a quando non ho avuto l’occasione di presentarlo ai Warm-up Lab non mi era chiaro quali fossero tutte quelle modifiche e miglioramenti da apportare, affinché potesse essere chiaramente efficace. Il confronto con persone addette ai lavori rese disponibili in modo così cortese e propositivo, avvenuto presso la Green House di Deloitte, di sicuro ha ampliato la mia visione, dandomi la possibilità di capire effettivamente come continuare a sviluppare il progetto “Plasma”.
L’expertise dei docenti e la freschezza delle idee degli studenti
“Mi chiamo Michele Roverselli, faccio parte del team Human Capital di Deloitte Italia e mi occupo di cercare soluzioni innovative che possano far diventare la funzione HR driver e catalyst del cambiamento”.
Cosa ti ha incuriosito del programma S2P e perché hai scelto di partecipare ai warm-up lab?
“Mi ha incuriosito principalmente la possibilità di interagire con studenti e docenti del mondo universitario: capire come un’università così diversa da quella che ho frequentato io forma i talenti del futuro; coniugare la freschezza delle idee e l’essere un po’ naive (in senso positivo) con l’expertise e le idee innovative ma business oriented di Deloitte”
Quali aspettative avevi?
“Dare una mano, dare consigli, ma soprattutto fornire nuove idee per tentare di migliorare, dove possibile, le idee dei partecipanti. A questo proposito, la parte di Speed Dating è stata molto utile per dare un parere in pillole ai vari innovatori”.
Quali vantaggi hai tratto dalla partecipazione al Warm-up lab? Adesso fai parte di un team? “Conoscere nuove proposte innovative e come ragionano i giovani che si proporranno, a breve, al mondo del lavoro. Faccio parte di un team? Sì, mi è stato chiesto di far parte del progetto dell’innovatore con cui ho avuto modo di passare il Lab”.
Cosa ti aspetti da un team nel quale inserirti e viceversa quale valore aggiunto puoi proporre tu al team?
“Mi aspetto di aiutare l’innovatore nel cercare di capire l’obiettivo, inseguirlo e, infine, raggiungerlo. Quali sono i prossimi step del progetto? Proprio oggi abbiamo una call per portare a bordo qualcuno di nuovo: anche se non dovesse andare come dovrebbe, credo che per Tommaso – l’innovatore che ha “scelto me” – sarà un’utilissima palestra per le sue idee e un modo di crescere prima di affacciarsi al vero mondo del lavoro”.