Nel 2020, segnato dalla pandemia, i pagamenti digitali hanno rappresentato un valido sostegno per molti italiani, con la possibilità di acquistare da remoto e, allo stesso tempo, ridurre i contatti fisici. Il mobile payment è andato affermandosi in un settore di mercato che sta vivendo una completa rivoluzione, spinto dalle nuove tecnologie (Open API, Distributed Ledger Technology, Intelligenza Artificiale) e dall’attivazione di servizi che coinvolgono sempre più player. Secondo una ricerca effettuata da PWC, dal titolo “Pagamenti digitali in Italia: evoluzione o rivoluzione?”, sono i settori del FinTech e del Techfin a guidare l’innovazione, con esperienze di pagamento sempre più veloci e semplici, nuove esigenze che vanno affermandosi e una maggior fiducia da parte dei consumatori nella sicurezza degli strumenti. Nonostante il trend di crescita, l’Italia, però, risulta al 23esimo posto in Europa per stato di avanzamento della cashless society, ancora lontana dalle prime posizioni guidate dai Paesi scandinavi e dal Regno Unito.
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Ma cosa è cambiato in questo settore durante la pandemia? E quali sono le categorie che più hanno sofferto la mancata presenza fisica?
Dati alla mano
Sempre secondo la ricerca condotta da PWC, il mercato dei pagamenti digitali in Italia, tra il 2015 e il 2019, è cresciuto, in media dell’11% all’anno, a fronte di una minore spesa, con un decremento dello scontrino medio da 68€ a 54€. Una crescita del cashless che è stata accompagnata anche dai vari interventi legislativi che hanno favorito lo sviluppo digitale del paese. Dal 2017, ad esempio, con l’introduzione dell’obbligo di POS per gli esercenti e, in ultimo, l’obbligo di accettazione dei pagamenti con POS anche per piccoli importi.
Con l’emergenza sanitaria, i consumi hanno subito un crollo, ma secondo uno studio di PWC in collaborazione con KPI6, il COVID-19 ha contribuito a modificare la percezione degli utenti verso gli strumenti di pagamento digitali, con più persone che hanno acquisito dimestichezza con questi strumenti. Sempre secondo l’analisi di PWC, quest’anno la ripresa dei consumi è stata stimata intorno al +5%, con una crescita dei digital payments, come accaduto negli anni precedenti. Questo scenario potrebbe portare a una rivoluzione nel campo dei pagamenti online, sinora non ancora avvenuta, se vi fosse un impegno collettivo tra regulator e player di mercato, mediante iniziative mirate, che incentivi maggiormente l’utilizzo di strumenti digitali, insistendo sul fattore culturale: elemento cruciale per la crescita del comparto. Tra i settori che più hanno sofferto la grave emergenza sanitaria c’è quello dei trasporti, come testimoniato dal Report mondiale 2020 sul trasporto pubblico condotto da Moovit.
I trasporti pubblici nell’era Covid
Secondo il report diffuso da Moovit, la società che ha sviluppato la nota app per la mobilità urbana, il 6% degli intervistati durante la pandemia è passato a un mezzo privato e il 42% ha diminuito l’uso dei trasporti pubblici, mentre il 15%, nel 2020, ha smesso di spostarsi quotidianamente, anche per effetto dello smartworking e delle chiusure delle attività commerciali. Soltanto il 35% utilizza il trasporto pubblico come prima e il 3% lo utilizza più di prima. Le vendite di sosta sono calate del 46% e quelle dei biglietti del 10%. Allo stesso tempo, però, si è registrato un incremento degli utenti che hanno usufruito del digitale, con un + 33% di utenti registrati nelle app e un +16% di coloro che le hanno utilizzate per gli acquisti. Sempre secondo il report di Moovit, nelle città italiane il 48% degli utenti chiede mezzi meno affollati e il 25% tempi di viaggio inferiori, mentre un 27% vorrebbe trasporti più sicuri.
In Italia, il mercato della mobilità in Italia vale circa 40 miliardi di euro all’anno, ma il settore dei pagamenti legati ai trasporti pubblici locali e al parcheggio è ancora fortemente sotto-digitalizzato (In epoca pre-Covid il valore dei biglietti venduti digitalmente non superava il 3%). Nel campo del trasporto ferroviario e aereo, invece, la digitalizzazione si attestava al 50%. Dato che fa ben sperare in un margine di crescita.
A fronte di questo scenario, sono state diverse le iniziative messe in campo da alcune delle società di digital payments impegnate nel settore dei trasporti. Tra queste, myCicero, piattaforma digitale di mobility e parking ticketing che è stata recentemente acquisita da Mooney, realtà italiana di proximity banking & payments nata dall’unione di SisalPay e Banca 5 (Gruppo Intesa Sanpaolo).
Trasporti: crescono i pagamenti digitali
“Con il Covid c’è stato, chiaramente, un calo nel settore della mobilità – afferma Carlo Garuccio, head of EasyCassa and Mobility di Mooney – ma abbiamo registrato una accelerazione nella diffusione di metodo di pagamento digitali e sicuri. Nel 2020 myCicero, nonostante la pandemia, ha venduto oltre 9 milioni di ticket e registrato 500.000 nuovi clienti. Il segmento della mobilità sta vivendo un momento di grande trasformazione: nel futuro vediamo intermodalità, flessibilità e digitalizzazione e la nostra visione è che siano fruibili su un’unica app e con un’unica operazione di pagamento.”
In Lombardia, myCicero ha constatato un calo delle vendite della sosta a raso (le strisce blu), segnando un -52% rispetto al 2019, con un calo di ticket venduti del 46% mentre il numero di utenti che ha pagato la sosta con l’app è calato dell’11% anche perché molte città, come Milano, hanno sospeso il pagamento in alcuni periodi dell’anno. Allo stesso tempo, coloro che hanno acquistato biglietti su myCicero sono, invece, aumentati del 45%. “La pandemia ha modificato tutti i nostri equilibri ma, da un altro punto di vista, ha dato quella spinta verso il digitale che aspettavamo da anni”, afferma Gianni Dimopoli, responsabile Business Development di myCicero.
“Con la nostra piattaforma, in questi mesi abbiamo lavorato sulla sicurezza e sui trasporti scolastici gestendo servizi di aziende del territorio attraverso due soluzioni: il trasporto a chiamata, con bus e posti riservati esclusivamente agli studenti, e corse ad hoc in base ai calendari scolastici – continua Dimopoli – Ad esempio, in Lombardia ha preso vita il progetto con Autoguidovie, che tramite un sistema di prenotazione del posto sulle linee extraurbane delle aree di Milano SudEst, Monza Brianza, Cremona e del Pavese, distingue posti prenotabili da tutta l’utenza da quelli riservati agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Con la prenotazione della corsa e del posto, l’utenza ha la garanzia di salire a bordo e di viaggiare in sicurezza, rispettando il distanziamento sociale tra i passeggeri. In poco più di un mese dal lancio del nuovo servizio, sono stati 8.200 gli studenti che si sono iscritti all’app, per più di 11.000 prenotazioni. In Emilia-Romagna abbiamo anche reso disponibili agli utenti buoni mobilità, che coprono fino al 50% del costo della corsa, spendibili in corse taxi. Ogni utente ha, dunque, a propria disposizione un borsellino sull’app dove si vede accreditato il buono. La prenotazione è oggi il mantra della mobilità e stiamo lavorando nella direzione della mobility as a service, integrando nella nostra app quanti più servizi di trasporto locale possibili, come tutti i veicoli in sharing, bus e taxi, con addebito post consumo. In questo senso, stiamo lavorando a una soluzione che registri tutti gli spostamenti dell’utente in un dato periodo e applichi a consuntivo la migliore tariffa possibile”.