La battaglia alla pirateria nel calcio (e non solo) si è intensificata circa un mese fa, con il lancio di Piracy Shield, la piattaforma che ha bloccato la visione di contenuti in streaming, principalmente live, su siti pirata e che consente una gestione automatizzata delle segnalazioni dopo gli ordini cautelari emanati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Ma ora ci sono altre novità in arrivo, come annunciato dal commissario Agcom, Massimiliano Capitanio. L’autorità punta non solo mettere al bando i siti illegali, ma anche a multare gli utenti di pezzotto con “sanzioni da 150 a 5000 euro”, ribadite anche in post pubblicato su LinkedIn dallo stesso commissario.
Il messaggio del commissario Agcom
Se fino a oggi chi guardava le partite di calcio o altro in modo illegale non rischiava più di tanto, da ora in poi si vedrà recapitare a domicilio la sanzione, che può essere più o meno salata a seconda del danno causato. Alcuni utenti sono già nella “black list” individuata da Piracy Shield. “Constatare che motori di ricerca, store digitali e piattaforme di shopping agevolano (anche inconsapevolmente) i contatti tra utenti e contenuti illegali non è mettersi contro Vlops e Vloses, ma sollecitare maggior collaborazione come tra l’altro prevedono molte policies interne… I prezzi degli abbonamenti sono troppo alti? Sgombro gli equivoci. La penso così, ma non è una mia competenza. La soluzione non è certo rubare. E forse i prezzi sono così alti anche a causa dei parassiti che vivono alle spalle di chi paga regolarmente i contratti”, si legge nel post diffuso dal commissario Capitanio.
Come funziona Piracy Shield?
Piracy Shield coinvolge una molteplicità di addetti del settore: dai titolari dei diritti sportivi, che hanno il compito di denunciare la trasmissione pirata e i siti da bloccare, ai tecnici della piattaforma, che generano un alert che verrà distribuito ai provider. L’alert sarà il passaggio decisivo prima che si interrompa la trasmissione entro i 30 minuti successivi alla ricezione dell’avviso. L’utente riceverà questo messaggio “il sito in oggetto è illecito ed è stato sottoposto a blocco da parte dell’autorità”. La piattaforma, che riesce a bloccare i siti a livello di Ip, è stata creata da una startup milanese, la Sp Tech, che offre soluzioni integrate legal tech per la tutela del copyright, del marchio e di ogni altro segno distintivo, in collaborazione con lo studio legale Previti.