Tirata d’orecchi al governo italiano da parte dell’ambasciatore USA alla Nato Matthew Whitaker: «Ho avuto conversazioni anche oggi con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa» ed è «molto importante» che l’obiettivo del 5% si riferisca specificamente alla difesa e alle spese correlate e che l’impegno sia «assunto con fermezza».
Dove finiranno le spese per il Ponte sullo stretto?
Secondo Bloomberg il diplomatico farebbe riferimento alle voci secondo le quali l’esecutivo vorrebbe far confluire le spese per la realizzazione del Ponte sullo Stretto tra quelle maggiorate promesse alla Nato. Spese però che non riguarderebbero in via diretta impegni economici sulla difesa. «Seguo con molta attenzione», ha ammonito Whitaker.
Un escamotage che permetterebbe al nostro Paese di contribuire quindi proporzionalmente meno rispetto agli impegni presi qualche mese fa con l’organizzazione atlantica sotto la minaccia di ulteriori dazi da parte del presidente americano Donald Trump. A stretto giro la replica del ministero delle Infrastrutture: «Il Ponte sullo Stretto è già interamente finanziato con risorse statali e non sono previsti fondi destinati alla Difesa».
«Al momento – spiegano da Roma -, l’eventuale utilizzo di risorse Nato non è all’ordine del giorno e – soprattutto – non è una necessità irrinunciabile”, sibilano dal dicastero ribadendo che la realizzazione dell’«opera non è in discussione».