Per il momento c’è soltanto la cifra: 800 miliardi di euro per riarmare l’Unione Europea. Presentato ieri attraverso una lettera inviata dalla presidente von der Leyen ai Paesi membri, il progetto Rearm Europe non sarà facile da mettere a terra, soprattutto perché serviranno accordi su come raccogliere una cifra simile. Non è poi affatto banale il tema del consenso, con le opinioni pubbliche europee spesso critiche in merito agli investimenti su spese militari. Sono argomenti di cui si discuterà nel Consiglio europeo in programma domani, 6 marzo.

Quali sono le startup europee della Difesa?
«La sicurezza europea è a un bivio». Sono le parole di Niklas Köhler, Torsten Reil e Gundbert Scherf, fondatori di Helsing, una delle società tedesche più rilevanti nel panorama defense tech del Vecchio continente. Nel 2024 la startup ha chiuso un round da 450 milioni di euro (valutazione a quasi 5 miliardi) dopo aver raccolto l’anno precedente 209 milioni.
Uno dei concetti chiave quando si parla di Difesa e innovazione è quello del dual use (centrale anche per il Rearm Europe). Sono tutte quelle tecnologie belliche che, d’altra parte, possono essere applicate anche in ambito civile. Dealroom ha pubblicato di recente una mappa approfondita che inquadra decine di società del comparto in Europa. Nella lista non è presente nessuna startup italiana, per quanto il nostro Paese vanti eccellenze corporate di livello internazionale come Leonardo.

Gli investimenti in Europa nelle startup defense tech
Il settore che, stando ai dati, ha attirato molto in termini di investimenti è quello legato all’AI per la Difesa: 880,44 milioni di euro. Oltre a Helsing c’è anche Stanhope AI, realtà UK che punta a realizzare strumenti intelligenti per supportare le decisioni in contesti bellici. Dalla Francia citiamo poi Comand AI, sempre specializzata sul fronte intelligence.
Un altro ambito che ha registrato particolare interesse da parte degli investitori VC è quello dei droni e degli UAV: 318,32 milioni di euro. Ci sono Delian Alliance (Grecia) ed Elistair (Francia). Il verticale più importante al momento in Europa è però quello dei satelliti e dello spazio: 1,28 miliardi di euro. Citiamo realtà come Iceye (Finlandia), The Exploration Company (Germania) e Astrolight (Lituania).
Sono anni che gli investimenti in tecnologie innovative applicate alla Difesa stanno crescendo, anche in Europa. Negli Stati membri della NATO le risorse sono salite del 25%, per un totale di 2,7 miliardi di euro dal 2018. UK, Francia e Germania da sole hanno attirato quasi il 90% di questi fondi per startup defense tech. Rearm Europe al momento è un progetto ambizioso, come altre se ne sono visti dal secondo dopoguerra in poi in Europa per dotare il Vecchio continente di una Difesa comune. A differenza del passato, oggi i Paesi membri possono contare su aziende innovative con know how e tecnologie utili allo scopo.