L’agevolazione rifiuti approdata in Gazzetta Ufficiale è, finalmente, entrata in vigore. Due sono le soglie previste per i nuclei familiari in difficoltà economica nel pagamento della Tari. Ecco chi può richiedere l’agevolazione pensata per le famiglie economicamente più fragili e come ottenerla.
Bonus rifiuti, come funziona?
Il cosiddetto “Bonus rifiuti 2025”, è una misura introdotta nel 2019 ma rimasta inapplicata sinora, complice anche la pandemia di Covid-19. Con la pubblicazione del dpcm n. 24/2025 in Gazzetta Ufficiale lo scorso 13 marzo, il bonus è entrato ufficialmente in vigore il 28 marzo.
Il bonus rifiuti viene riconosciuto a tutti i nuclei familiari con Isee fino a 9.530 euro (e fino a 20mila euro) se si hanno almeno quattro figli a carico. Il Dpcm del 21 gennaio, ora pubblicato in Gazzetta ufficiale e in vigore dal 28 marzo, stabilisce le disposizioni in base a cui l‘Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) stabilirà le modalità applicate. La Tari è calcolata secondo una quota fissa e una quota variabile e l’importo è determinato in relazione sia alle caratteristiche dell’immobile che a quelle del nucleo familiare. In questo caso, con il bonus, sarebbero di più le famiglie che verrebbero agevolate.
Gli oneri del bonus sociale rifiuti
Per quanto riguarda gli oneri del bonus sociale rifiuti, l’Arera istituirà e aggiornerà con propri provvedimenti, entro luglio, una componente perequativa, applicata alla generalità dell’utenza, domestica e non domestica, che alimenta un conto gestito dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali. La stessa autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente può prevedere le modalità applicate oltre a quelle applicative delle agevolazioni tariffarie. Inoltre, per coprire gli oneri del bonus sociale rifiuti, l’Arera può anche introdurre meccanismi di gradualità, per 12 mesi, nell’applicazione delle agevolazioni tariffarie.