«I dipendenti del comparto sicurezza e difesa vanno in pensione a 60 anni, mentre tutti gli altri a 65 anni con almeno 42 anni di contributi o a 67 anni. Nel costruire il piano di Bilancio di medio termine settennale, da inserire nella prossima legge di Bilancio, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti stiamo ragionando di approfondire l’opportunità di trattenimento fino a 3 anni in più». Questo è quanto dichiarato da Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione, al Corriere della Sera in merito alla riforma delle pensioni. Di fatto, il ministro ha proposto di trattenere in servizio un numero limitato di dipendenti pubblici fino a 70 anni, su base volontaria, inserendo il provvedimento nella legge di Bilancio «Proprio in virtù del fatto che stiamo assumendo un numero rilevantissimo di persone e tantissimi giovani, ragioniamo su un rinvio del pensionamento», ha affermato durante l’intervista. Ma quali sono le ipotesi sul tavolo su cui il governo sta attualmente discutendo?
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Quali sono le opzioni al vaglio del Governo?
L’opzione presa in considerazione dal ministro, varrebbe, secondo quanto ha affermato nell’intervista: «Per le amministrazioni, anche quelle decentrate, che considerano una leva gestionale importante la possibilità di trattenere al lavoro fino a 70 anni (nel caso di pensionamento a 67) un numero di dipendenti in percentuale sul turnover. Su base volontaria».
E intanto il governo continua a lavorare su misure alternative alla Legge Fornero per il pensionamento anticipato. Le indiscrezioni più recenti parlano di una ripresa concreta dei lavori per la riforma delle pensioni nel 2025 a partire da questo autunno. E per scoprirlo, probabilmente, è ancora presto, ma secondo le ultime notizie, sul tavolo ci sarebbe una correzione dell’ipotesi avanzata dalla Lega – dello schema di quota 41 per tutti (che diventerebbe quota 41 light), ma tiene banco anche la questione delle pensioni minime.
Cosa cambia per le pensioni nel 2025?
Anche nel 2025, l’età minima di accesso alle pensioni di vecchiaia sarà fissata a 67 anni di età (sia per gli uomini che per le donne). Già da tempo, quota 41 per tutti è il cavallo di battaglia della Lega per quanto riguarda la riforma delle pensioni, tanto che il partito di maggioranza avrebbe voluto inserirla già nella legge di Bilancio 2023. Con la Manovra 2025 l’obiettivo è quello di sostituire quota 103 e, contemporaneamente, dovrebbe arrivare la proroga anche per Ape sociale e opzione donna.
L’attuale schema di pensionamento anticipato con quota 103, in realtà, prevede già i 41 anni di contributi, che sono però legati al requisito anagrafico dei 62 anni. Con quota 41 per tutti, invece, il governo vorrebbe eliminare il vincolo dell’età, pur mantenendo il ricalcolo interamente della pensione già attualmente previsto. Ma difficilmente la maggioranza darà il via libera a quota 41 per tutti. L’ipotesi che si sta facendo largo nelle ultime ora è già stata ribattezzata “quota 41 light”: uno schema che accantona l’idea di puntare unicamente su 41 anni di contribuzione senza tenere in considerazione altri parametri.
Quota 41 light, proposta sempre dalla Lega, prevede che scatti il ricalcolo dell’assegno su base totalmente contributiva, il che, da una parte, agevolerebbe le casse dello Stato, ma da un’altra richiederebbe un grosso sacrificio economico al pensionato. Il ricalcolo contributivo totale si tradurrebbe in un taglio del 20% dell’assegno pensionistico per chi sceglie questa alternativa.
Pensioni minime
L’adeguamento delle pensioni minime, invece, è una proposta che porta la firma di Forza Italia (era un vecchio cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi). I forzisti sottolineano che nell’ultimo biennio gli aumenti delle minime sono stati 579 euro per tutti e 600 euro per gli over 75. Tali misure, però, sono in scadenza al 31 dicembre 2024 e nel frattempo gli assegni sono stati rivalutati all’inflazione. Il costo per l’aumento delle minime è stato pari a quasi 650 milioni di euro.
I temi al centro della prossima riforma
Il 2025 sarà l’anno in cui la lunga coda di Quota 100 dovrà esaurirsi definitivamente. In questo scenario, dopo anni di rimandi, modifiche e proroghe, lo spettro di un improvviso aumento dell’età pensionabile potrebbe essere realtà in assenza di un intervento. L’ipotesi più probabile è quella leghista di quota 41, ma nel frattempo tutto lascia presagire che verranno prorogate misure come l’Ape sociale e opzione donna.