Secondo Bloomberg oggi, 8 agosto, gli azionisti di Thyssenkrupp voteranno per approvare o meno la scissione (e la conseguente quotazione) della propria divisione impegnata in ambito difesa, in particolare nella costruzioni di navi da guerra e sottomarini per la marina tedesca e altri soggetti in giro per il mondo. «Stiamo concedendo alla società la libertà imprenditoriale di agire più rapidamente, investire in modo più strategico ed espandere la sua posizione di leadership», ha dichiarato il Ceo Miguel Lopez in un commento prima dell’assemblea degli azionisti.

I piani di Thyssenkrupp sulla difesa
Nel caso in cui venisse approvata la nuova strategia, Thyssenkrupp manterrebbe il 51% di Thyssenkrupp Marine Systems, la divisione al centro del piano, e procederebbe alla quotazione di una quota di minoranza per approfittare della crescente attenzione da parte degli investitori sui temi della difesa.

TKMS verrebbe quotata a Francoforte tra l’autunno e l’inizio del 2026. Da diversi anni – e in particolare dal 2025 – si parla di riarmo della Germania. Berlino punta ad avere l’esercito più potente d’Europa entro fine decennio e finora ha stanziato 85 miliardi di euro.
Il disinteresse e le ambiguità di Trump in materia militare hanno spinto il Vecchio continente a varie contromisure. Il progetto di riarmo della Commissione Europea da 800 miliardi di dollari per ora è soltanto su carta e dovrà fare i conti con gli accordi sui dazi al 15%, che per tenere calmo il presidente USA prevedono un acquisto massiccio di armi americane; nel frattempo la Germania ha accelerato gli investimenti sul riarmo, anche per via delle mosse della Russia sul confine est dell’Europa.