Oggi, 7 agosto, è il giorno in cui scattano i dazi sulle merci europee esportate negli Stati Uniti. La tariffa, dopo lunghe e complesse trattative, è stata fissata al 15% a seguito dell’accordo informale siglato in Scozia da Trump e da von der Layen. Ma a giudicare da quel che si legge sulla stampa saremmo solo all’inizio. Intanto il tycoon ha esultato su Truth allo scoccare della mezzanotte. «MILIARDI DI DOLLARI IN DAZI STANNO ORA ARRIVANDO NEGLI STATI UNITI D’AMERICA!».

Dazi, come hanno reagito le Borse
Il FTSE MIB segna un +0,23%, Parigi un +0,21%. Nella seduta odierna Francoforte cede lo 0,06% e anche Londra è in negativo (-0,27%). Sostanzialmente stabile l’euro/dollaro, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,168. Seduta in lieve rialzo per l’oro, che avanza a 3.392,3 dollari l’oncia. Il petrolio, in aumento (+0,76%), raggiunge 64,84 dollari per barile.

Perché non è ancora finita con i dazi
Automotive, farmaci, semiconduttori sono soltanto alcuni dei settori in cui la stretta di mano con Trump vale fino a prova contraria. Negli ultimi mesi è diventato evidente quanto il presidente USA possa cambiare idea da un momento all’altro. Gli ultimi Paesi bersaglio dei suoi dazi sono stati l’India, il Brasile e la Svizzera. Secondo gli esperti il fatto che i mercati restino cauti starebbe agevolando finora questa strategia caotica di Trump.