«Elon Musk si è impegnato in attività che vanno contro l’interesse nazionale del Canada». E ancora: «Ha usato la sua ricchezza e il suo potere per influenzare le nostre elezioni». Per questo in Canada oltre 230mila persone hanno sottoscritto una petizione parlamentare per chiedere al primo ministro Justin Trudeau di revocare la cittadinanza canadese al Ceo di Tesla, uomo più ricco del mondo e principale alleato del nuovo presidente USA Donald Trump.
Musk, la replica alla proposta di revoca della cittadinanza canadese
La replica è arrivata su X. Musk ha commentato sul suo social un post che rilanciava la notizia della petizione a lui ostile. «Il Canada non è un vero Paese». Cliccando sul link al post del patron di Tesla sul sito della CNN si ottiene però una pagina errore. Che il miliardario abbia deciso di cancellare il commento?
Quali cittadinanze ha Elon Musk?
Elon Musk è nato in Sudafrica, a Pretoria, dove ha passato i primi anni della sua vita. Fino a quando non si è trasferito in Canada, per raggiungere la madre Maye (nata a Regina), grazie alla quale ha ottenuto la cittadinanza canadese. L’imprenditore in seguito ha ottenuto anche quella americana, anche se recenti inchieste giornalistiche hanno evidenziato che al suo arrivo negli States negli anni Novanta avrebbe iniziato a lavorare nel mondo startup della Silicon Valley come immigrato irregolare.
L’eventuale revoca della cittadinanza canadese per Musk non si verificherà comunque a breve. La petizione rimarrà aperta fino all’estate e dunque dovrà occuparsene il successero di Trudeau, dimissionario da gennaio. La polemica tra Musk e il Canada si collega ai piani espansionistici di Donald Trump: il neo presidente USA ha infatti spiegato le proprie intenzioni di trasformare il Paese confinante (minacciato coi dazi) in un nuovo Stato americano, oltre a non escludere l’utilizzo della forza per prendersi la Groenlandia e Panama.
Cosa sta succedendo a Tesla in Europa?
C’è poi un altro problema, decisamente più grave per le entrate di Elon Musk. In Europa sono crollate le vendite di Tesla del 45%. La quota di mercato per il colosso americano nel Vecchio continente è scesa dall’1,8% all’1%, e questo mentre le auto elettriche hanno compiuto un balzo in avanti con vendite in crescita del 37% (+126% in Italia). Come rileva Teleborsa, il titolo da inizio anno è calato del 25%.
Avrà pesato senz’altro la concorrenza di altri brand, come quelli cinesi (su cui però ora gravano i dazi di Bruxelles). D’altra parte si è verificata anche una campagna di boicottaggio nei confronti di Elon Musk, il paladino delle destre globali. Dopo aver fatto il proprio endorsement per l’Afd alle elezioni tedesche, vinte il week end scorso dai cristiano-democratici, sta crescendo l’opposizione europea al capo di DOGE.
Nei giorni scorsi a Londra ha fatto notizia la scelta di alcuni attivisti di cambiare le pubblicità alle fermate del bus, affiggendo un manifesto con su scritto “From 0 to 1939 in 3 seconds. Tesla The Swasticar”, con l’immagine di Musk nel suo ormai famigerato saluto romano di qualche settimana fa. Nel frattempo la capitalizzazione di Tesla è scesa sotto il trilione di dollari.
Il guaio di X col fisco italiano
E i guai non sono finiti: nelle scorse ore la Guardia di Finanza ha citofonato a X chiedendo 12,5 milioni di euro a Elon Musk: l’accusa è di “dichiarazione infedele” per il mancato pagamento dell’Iva nel periodo che va dal 2016 al 2022, ovvero negli anni in cui l’imprenditore sudafricano non era proprietario di Twitter (acquisita nell’autunno 2022 per 44 miliardi di dollari).