«Cambiare le regole delle detrazioni fiscali, nel nostro Paese, e, a prescindere dai redditi, dare la possibilità a chi ha più figli a carico di pagare meno tasse, anche a costo di eliminare o rivedere alcune detrazioni fiscali alle persone che non hanno figli per aumentarle, invece, a chi fa figli», ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al Foglio. L’occasione è la presentazione del suo progetto che, secondo quanto scrive il direttore Claudio Cerasa – è di un «quoziente familiare per le detrazioni, con un costo del provvedimento già stimato tra i cinque e i sei miliardi di euro». Scopriamo tutti i dettagli.
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Cos’è l’assegno unico?
L’assegno unico è una misura di sostegno introdotta dal governo Draghi nel 2021 rivolta alle famiglie con uno o più figli. L’obiettivo è stato quello di unificare in un’unica prestazione le varie forme di supporto economico già presenti, come il bonus bebè, le detrazioni fiscali per i figli a carico e gli assegni familiari. Viene garantito, a determinate condizioni, fino al compimento del 21esimo anno d’età del figlio.
Come si ottiene l’assegno unico?
Al momento, qualsiasi famiglia con uno o più figli a carico può fare domanda per ottenere l’assegno unico. Come spiega l’INPS, «alle famiglie che al momento della domanda siano in possesso di ISEE valido, l’assegno è corrisposto in base alla corrispondente fascia ISEE. L’importo commisurato al valore dell’ISEE è corrisposto con decorrenza retroattiva con tutti gli arretrati, anche a coloro che al momento della presentazione della domanda non siano in possesso di ISEE, ma per i quali l’ISEE sia successivamente attestato entro il 30 giugno».
«Se l’Italia non farà qualcosa per invertire la rotta sulla denatalità, e mostrare il senso dell’emergenza, significherà che il nostro Paese, come ha detto due giorni fa Draghi parlando dell’Europa, si arrenderà, per non voler cambiare, a una lenta agonia. Meno tasse (e più detrazioni) per chi fa figli: se non ora quando?», ha dichiarato il ministro Giorgetti al Foglio, parlando del progetto come di «un’idea decisamente ambiziosa e potenzialmente dirompente per provare a dare seguito a un punto importante contenuto nella relazione sulla competitività consegnata due giorni fa da Mario Draghi alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, rapporto, a quanto dicono, molto apprezzato dal ministro dell’Economia».
Che cosa ha detto Draghi sulla denatalità
Tra le indicazioni, l’ex presidente della BCE Draghi ha posto l’accento sul dramma della denatalità anche in chiave competitiva: l’Ue, ha detto l’ex premier al Foglio: «Sta entrando nel primo periodo della sua storia recente in cui la crescita non sarà sostenuta da un aumento della popolazione, e si prevede che entro il 2040 la forza lavoro si ridurrà di quasi due milioni di lavoratori l’anno».
Emergenza denatalità
Per il ministro è importante sollevare il dibattito perché il Paese si trova di fronte a un’emergenza demografica che mette a rischio il sistema sociale, a partire dalle pensioni. Ora uno degli obiettivi concreti della manovra sarà quello di rinnovare l’esonero contributivo destinato alle mamme lavoratrici estendendolo, compatibilmente con le risorse, anche alle lavoratrici autonome. «Il lavoro delle donne si basa sulla incentivazione alla genitorialità. E noi stiamo cercando di agire in questa direzione», ha spiegato la ministra del Lavoro, Marina Calderone, che proprio sulle pensioni ha lanciato anche l’idea di agevolare la previdenza integrativa. In legge di bilancio potrebbe esserci una norma ad hoc, ha spiegato Calderone, dicendosi personalmente d’accordo su un nuovo semestre di silenzio-assenso per il trasferimento del Tfr sui fondi pensione.