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Il futuro che le startup del fintech hanno in programma non prevede contante. Wave, ad esempio, è nata con la missione di rendere l’Africa cashless. Con sede a Dakar, in Senegal, questa startup ha appena annunciato la chiusura di un round Serie A da 200 milioni di dollari, il più grande mai registrato in Africa, continente dove peraltro meno del 10% della popolazione ha un conto banca come riporta l’azienda sul proprio sito. Con questa operazione Wave ha raggiunto una valutazione di 1,7 miliardi di dollari, cifra che la pone di fatto ben oltre la soglia minima per essere definita un unicorno. A guidare l’aumento di capitale sono stati soggetti di primo piano a livello internazionale: Sequoia Heritage, Founders Fund, Stripe e Ribbit Capital.

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Come si legge sul sito ufficiale di Wave, i servizi di questa fintech servono ai risparmiatori per depositare o prelevare denaro gratis, pagare le bollette senza commissioni, fare acquisti in qualsiasi momento e avere un supporto nei momenti di emergenza. Stando ai numeri ripresi da TechCrunch, lo scorso anno gli oltre 300 milioni di utenti attivi hanno mosso 500 miliardi di dollari utilizzando la piattaforma. Nel giorno in cui El Salvador ha introdotto bitcoin come valuta a corso legale, la notizia che arriva dall’Africa aiuta a comprendere i trend in atto nel mondo dell’economia e della finanza, che tende sempre di più verso soluzioni digitali e smart.

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Per inquadrare l’entità dell’aumento di capitale di Wave bisogna tornare indietro di qualche anno e citare i più grandi round mai registrati in Africa. Nel 2016 OPay e Jumia hanno raccolto 400 milioni di dollari a testa, ma erano entrambi Serie C. In seguito VISA ha investito 200 milioni di dollari in Interswitch, mentre Flutterwave ha chiuso un Serie C da 170 milioni di dollari.