Mettere gli studenti davanti alla stessa tecnologia che troveranno in azienda, finita la scuola. La strategia di un istituto nato nella Motor Valley
Negli ultimi mesi si è fatto un gran parlare della distanza tra il concetto di preparazione scolastica e quello di preparazione degli studenti al mondo del lavoro: dopo le polemiche sulla natura della formula alternanza scuola-lavoro, il dibattito si è spostato gradualmente anche sulla capacità della scuola di preparare realmente chi la frequenta alle sfide di ciò che la vita gli presenterà una volta terminato il ciclo di istruzione. Esistono però delle esperienze di successo. che possono fungere da modello per far ripartire il dialogo: è il caso dell’IIS C. E. Gadda, una realtà con solide radici nella Motor Valley emiliano-romagnola, che ha avviato un percorso di ammodernamento degli strumenti messi a disposizione di alunni e docenti anche grazie a un cambio di paradigma attuato in questi anni.
Virtualizzare per imparare
La novità che raccontiamo oggi, spiega a StartupItalia il dirigente scolastico Margherita Rabaglia, è figlia di un’esperienza maturata gradualmente: “Il nostro investimento in hardware ci costringeva a comprare computer che dopo tre anni finivano per non essere più adatti, perché magari l’aggiornamento di un programma richiedeva potenza superiore. Ci ritrovavamo così con macchine non ancora vecchie, ma non più sufficienti: e con la necessità di continui acquisti nel tempo, che non sono sostenibili. Inoltre, magari possiamo riuscire ad allestire un laboratorio con 10 computer all’avanguardia: ma quel laboratorio è unico, e difficilmente l’Istituto può avere la forza economica per poter moltiplicare quel laboratorio e soddisfare le richieste”.
Così, la scuola ha guardato a quel tessuto industriale con cui da 50 anni ha intrecciato una collaborazione fruttuosa (l’Istituto Gadda è stato fondato nel 1973), e ha cercato di mutuare lo stesso approccio tecnologico: già oggi, ci spiega la dirigente, i ragazzi trovano nei laboratori lo stesso tipo di macchine CNC e altri strumenti identici a quelli che troveranno in fabbrica. Ora, con l’adozione di una nuova infrastruttura IT basata su Lenovo ThinkAgile VX (con a bordo GPU Tensor della linea T4 di Nvidia, basate su tecnologia Tesla) e la trasformazione dell’intero parco macchine a disposizione in thin client (su cui gira un ambiente virtualizzato VMware che fornisce l’esperienza VDI), anche questo aspetto ora è analogo a quanto è stato dell’arte nel settore industriale di riferimento.
“Partivamo da una situazione in cui ciascun laboratorio era un laboratorio specializzato – racconta Luigi Abretti, membro dello staff tecnico dell’Istituto Gadda – Tutto questo ci costringeva anche alla gestione di aule e laboratori per ottimizzare l’utilizzo dell’infrastruttura e garantire la disponibilità per tutti. Ora con l’adozione di questo nuovo sistema possiamo creare macchine virtuali personalizzate per ciascun indirizzo specifico: abbiamo macchine con ambienti di sviluppo per l’informatica, quelle per la modellazione 3D, e virtualmente non abbiamo più limite al numero di macchine che possiamo gestire”. Soprattutto, in epoca di DAD a singhiozzo, cambia anche il paradigma di utilizzo: “Questo nuovo approccio ha aperto degli spazi nuovi: non solo nel nostro istituto, ma anche in direzione di casa dei nostri studenti, che possono usufruire di questo servizio all’occorrenza direttamente sul loro PC”.
Una reale alternanza tra scuola e lavoro
“La situazione della scuola in generale è una situazione complessa – prosegue Rabaglia – esiste una scollamento tra la scuola italiana rispetto al mondo fuori, particolarmente evidente nel mondo dei licei e che si unisce al progressivo calo di iscrizione negli istituti tecnici e professionali. Un tema sicuramente lungo e complesso da analizzare: noi, da parte nostra, abbiamo sempre tentato, anche con fatica, di non offrire ai nostri studenti delle simulazioni ma esperienze reali all’esterno dell’Istituto. Ad esempio, da sei anni abbiamo colto l’opportunità che offre l’apprendistato di primo livello, un modello poco noto: al termine dei due anni del percorso lo studente viene assunto direttamente dall’azienda dove ha condotto l’apprendistato, e pensiamo che questo sia uno strumento realmente utile dove il mondo della scuola tende a rallentare”. E ci sono vantaggi pratici anche per l’inclusione, visto che la tecnologia di virtualizzazione può consentire anche a studenti che a casa dispongono di PC più datati di fruire di prestazioni e strumenti all’avanguardia.
Dei vantaggi di questo tipo di rapporto simbiotico tra settore produttivo e scuola è convinto anche Riccardo Tavola, Education Manager Lenovo: “La vicinanza tra mondo della scuola e mondo del lavoro è il tema centrale – spiega a StartupItalia – A mio avviso, inoltre, un tema molto importante è anche quello messo in luce dal dirigente scolastico: il costante aggiornamento degli strumenti, un percorso coerente che si sviluppa nel tempo per portare avanti la trasformazione digitale”. In un certo senso, Tavola vede nell’esperienza dell’Istituto Gadda una testimonianza tangibile di un modello: “Formazione, trasformazione digitale, accelerazione digitale: sono tutte parti di un messaggio unico, ma noi ovviamente non intendiamo valicare la sacra linea di ciò che è didattica. A noi interessa fornire gli ingredienti giusti ai docenti, che poi potranno rimpastarli e ricucinarli seguendo la ricetta corretta per i ragazzi”.
Anche Alessandro De Bartolo, Country General Manager ISG Lenovo Italia, ribadisce a StartupItalia lo stesso principio: “Un tratto importante di questo progetto è aver mutuato esperienze collaudate in altre realtà del tessuto economico, reimpiegando approcci e tecnologie che già abbiamo testato con successo in azienda”. E non è solo una questione hardware: il metodo è analogo a quello seguito anche in altri settori, coprendo l’intero arco di offerta dai device fino all’infrastruttura, con in più il complemento offerto dal software che migliora la collaborazione o in questo caso contribuisce alla didattica. “Siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto, non solo perché abbiamo messo a disposizione di un’eccellenza nazionale nel mondo della didattica, la nostra soluzione al completo, dal pocket al cloud – conclude De Bartolo – Ma anche perché, grazie alla lungimiranza dei dirigenti dell’Istituto, abbiamo avuto l’opportunità di mutuare l’esperienza di Lenovo nell’economia della Motor Valley, dove si trova l’Istituto, per implementare tecnologie e approcci adottati dalle aziende più prestigiose”.