I giovani tra i 13 e i 19 anni si informano soprattutto tramite le app, sempre meno sui giornali. Quelli online sono letti solo dal 20% e i cartacei dal 3%
Boom per TikTok, You Tube e Instagram, utilizzati da circa 4 adolescenti su 5, e in netta e rapida crescita Onlyfans mentre crolla Facebook (usato soltanto da meno di 1 su 6). I dati che emergono dall’analisi diffusa da Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD, con il supporto di Mediatyche s.r.l., rivelano che i social sono la principale fonte di informazione per la GenZ mentre solo il 20% si informa tramite i giornali online.
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I risultati della ricerca
La ricerca che ha coinvolto 5.670 studenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni rivela che i giovani italiani si affidano sempre più a Google e ai social media per informarsi, mentre l’uso di giornali cartacei, online e della televisione è drasticamente in declino. Gli adolescenti che si informano cercando notizie su Google sono il 73,7% dei casi, da Instagram il 58,8% e da TikTok il 55,3%, mentre solo il 3% si affida ai giornali cartacei e il 20,7% a quelli online. La televisione è seguita da meno della metà del campione (46,1%). Tra i social più in voga ci sono Pinterest, Twitter, Snapchat e Telegram, che continuano a crescere. WhatsApp è in pole position tra le app di messaggistica più utilizzate (con il 98,8% dei teenager), mentre LinkedIn è poco frequentato. Crollo drastico per Facebook, impiegato solo dal 17,5% dei 13-19enni. «Non è vero che i ragazzi sono disinformati – ha dichiarato Riccardo Renzi, direttore responsabile di Laboratorio Adolescenza Magazine – In realtà, come gli adulti, non hanno mai avuto a disposizione nella storia così tante fonti informazione. Difficile comprendere gli sviluppi, ma è con questo universo informativo che dobbiamo confrontarci, per tentare di contrastarne gli effetti negativi».
Che responsabilità hanno i genitori?
Il presidente di Laboratorio Adolescenza, Maurizio Tucci, sottolinea che l’aumento nell’uso dei social media e l’impatto degli influencer pongono interrogativi sulla responsabilità degli adulti nel creare un ambiente che ha causato profondo malessere tra i giovani, esacerbato dagli ultimi due anni di pandemia di COVID-19. Il 54% dei ragazzi intervistati tra i 14 e i 19 anni teme, infatti, per il proprio futuro, minacciato da crisi ambientali, conflitti bellici e calamità naturali provocate dall’azione umana. E la fine dell’emergenza sanitaria non ha portato il tanto atteso sollievo alla generazione più giovane, che più di tutte è stata colpita nello spirito. Una persistente sensazione di tristezza che è diffuso soprattutto tra le ragazze.