Il famoso magazine americano ha stilato la lista dei cinque trend innovativi che stanno esplodendo nelle scuole e che cambieranno il metodo di apprendimento dei nostri alunni
Piattaforme di e-learning, MOOC e nuovi metodi di apprendimento personalizzati. Sono queste le prospettive future della scuola da qui al 2025. Lo ha scritto Anais Richardin su Maddyness e noi lo abbiamo tradotto per voi.
Nell’epoca in cui l’apprendimento della scrittura corsiva è messo in discussione in paesi come gli Stati Uniti o la Finlandia, che preferiscono la scrittura in stampatello e quella elettronica, e dove il digitale sta rimodellando il mondo, il magazine Forbes stila la lista delle cinque tendenze tech che rivoluzioneranno la scuola entro il 2025.
#1. Imparare, ovunque
Imparare, ovunque, a qualsiasi ora del giorno e della notte. L’educazione obbligatoria e per tutti è l’obiettivo dei MOOC (Massive Open Online Courses) che permettono agli studenti di apprendere grazie ai video realizzati da insegnanti che dall’altro lato dello schermo trasmettono il loro sapere a tutti coloro che desiderano ascoltarlo.
I MOOC hanno rinnovato l’interesse per l’apprendimento online e hanno spinto gli istituti ad adottare nuove tecnologie per non essere superati. In Francia, ad esempio, le università e le scuole hanno dato il via ai primi corsi online sulla piattaforma nazionale FUN. Tuttavia, la formazione online viene lasciata nelle mani di piattaforme “private” come Coursera, senza che ci sia una risposta altrettanto tecnologica da parte dello Stato. Infatti Coursera, che offre corsi online in tutto il mondo, conta già più di 14 milioni di utenti e incassa 85 milioni di dollari.
#2. L’aula di nuova generazione
Mentre i MOOC rifiutano i limiti dell’educazione digitale e virtuale, anche nelle classi, la modernità infuria. La “classe capovolta“, per esempio, è un approccio pedagogico che propone ai bambini di guardare i video delle loro lezioni a casa, e di fare i loro compiti in classe. A casa, l’alunno può facilmente completare i corsi effettuando delle ricerche complementari o apprendendo coi suoi tempi, ripassandosi il video tutte le volte che vuole, per esempio.
Per quanto riguarda gli strumenti, la classe immersiva di Microsoft, accessibile nei locali della società a Issy-les-Moulineaux, è aperta e gratuita agli insegnanti, dalle materne alle superiori, che desiderano venire e tenere corsi e far vivere agli alunni nuove esperienze pedagogiche dove si mescolano il 3D e la realtà aumentata.
#3. Apprendimento tra pari
Per secoli, il modello di istruzione si è basato sulla conoscenza che un insegnante trasmette agli studenti. Una versione “top-down” della conoscenza che sembra datata, ora che è il momento della collaborazione e della partecipazione. Ad Harvard, ad esempio, il programma online HBX Core Program permette agli alunni di rispondere alle domande di altri studenti. L’università ha scoperto che questi ultimi erano in grado di rispondere al 90% delle domande poste quando nessun docente era stato disponibile a farlo.
#4. Diplomi digitali
L’apprendimento online è una buona cosa, a condizione che si valorizzi ciò che si è appreso con un diploma, che avrà un valore importante nel mondo del lavoro. E per i problemi causati dal digitale, ci sono sempre delle soluzioni… digitali.
Coursera offre per esempio dei certificati riconosciuti, mentre altre piattaforme come Credly propongono solo un riconoscimento virtuale. Credly rimanda al sito sul quale si è svolto il corso al fine di vedere cosa conteneva e le tappe che lo studente ha dovuto superare per ottenere il diploma.
#5. Apprendimento adattivo
Il sistema educativo tradizionale è stato costruito sul fatto che gli studenti acquisiscono nozioni allo stesso ritmo. I metodi di apprendimento adattivo, che sono nati grazie all’intelligenza artificiale e al data science, permettono quindi di personalizzare l’apprendimento sulla base dei profili degli studenti. Secondo questo approccio, i corsi si adattano quindi ai bisogni degli alunni. Il digitale permette di definire le debolezze e le forze di ciascun studente e di vedere ciò che funziona o meno.
L’università di Pearson negli Stati Uniti ha creato Pearson MyLab per offrire corsi digitali che si adattino ai bisogni degli studenti. Gli algoritmi utilizzati potranno, secondo l’università, definire le forze e le debolezze di ogni studente così come i metodi preferiti di apprendimento e ciò che funziona o meno. Un modo di realizzare i corsi su misura, evitando in questo modo la dispersione scolastica, che oggi colpisce gli studenti di tutti i livelli, perché non trovano quello che vogliono nei metodi di apprendimento tradizionali.
Pertanto, i nuovi metodi potrebbero avere un impatto significativo sul modo con cui educheremo i nostri ragazzi nei prossimi anni. E gli imprenditori non si sbagliano: nel 2014, nella Silicon Valley, le startup specializzate in EdTech hanno portato 1,87 miliardi di dollari.
(Articolo liberamente tradotto da Maddyness)