L’app “Never Alone” è nata da un’idea di 3 studenti di un liceo scientifico di Nocera Inferiore: collega in tempo reale il telefono della donna con la stazione della Polizia
Non tutti i ragazzi di 16 anni un giorno si svegliano e decidono di fare qualcosa per contrastare la violenza sulle donne. Loro sì. Vengono da Nocera Inferiore (Salerno), e si chiamano “3i”, “che stanno per informatica, immaginazione e innovazione” spiega Leonardo Falanga, portavoce del team. I tre sedicenni hanno ideato e sviluppato l’app “Never alone”: un’app che lancia un segnale di pericolo alla polizia semplicemente premendo un bottone. L’app è pensata per le donne che sono già state vittime di abusi o che sono a rischio di violenze nell’ambito famigliare, ma potrebbe essere usata da qualsiasi donna. L’idea è stata la vincitrice dello Startup Junior Club nell’ottava puntata del programma di Repubblica Next “The Innovation Game”. Pertanto proseguirà la sua corsa verso la Silicon Valley (meta del viaggio-premio per il finalista tra le idee in gara).
“L’idea della nostra app nasce dai fatti di cronaca che tutti i giorni sentiamo nei telegiornali o addirittura che abbiamo sotto gli occhi, e che portano la violenza sulle donne al centro dell’attenzione. Abbiamo cercato di trovare una soluzione”. I tre ragazzi studiano al liceo scientifico “Sensale” di Nocera Inferiore: hanno ideato Never Alone da soli, e ci hanno lavorato 6 mesi.
“L’app è composta da due software: uno per la trasmissione e uno per la ricezione. Quando la ragazza scarica l’app, deve necessariamente accettare il trattamento ai dati personali, per consentire l’accesso da remoto al proprio telefono”: Never Alone, infatti, funziona semplicemente premendo un bottone che mette in contatto il telefono della donna con la stazione di Polizia o con un centro antiviolenza. La Polizia può valutare il caso e decidere se accendere il microfono del telefono della ragazza.
Secondo i ragazzi, oggi, non esiste un’app simile: “Il nostro prodotto è innovativo: quello a cui teniamo è portare un cambiamento nella vita di tante donne che magari sono vittime dell’uomo che amano. In più, ci siamo informati, e per la Polizia non sarebbe un problema adottare il nostro sistema: usano già tecniche simili per altri contesti di emergenza”.